LECCO – Il Giudice delle Indagini Preliminari del tribunale di Lecco Paolo Salvatore ha condannato a dieci mesi (pena patteggiata e sospesa) l’operaio 52enne di origine senegalese accusato di omicidio colposo per l’incidente in cui la sua Volkswagen Lupo si scontrò con la Kawasaki condotta da Stefano De Nitto, calolziese di 21 anni, la sera del 4 giugno 2013. Il giovane, volontario del Soccorso Calolziese, morì poco dopo il ricovero in ospedale.
Il dramma maturò a Vercurago, lungo corso Bergamo: De Nitto, detto “Ciuccio”, studente e lavoratore, venne scaraventato distante dalla moto e sbattè contro un lampione prima di terminare violentemente a terra. Per un triste caso della sorte, furono proprio i suoi amici e colleghi a soccorrerlo, portandolo d’urgenza al “Manzoni” dove purtroppo spirò poco dopo.
Oggi in aula anche la madre e i due fratelli del giovane. L’operaio condannato era sobrio ed incensurato, nonché regolarmente sul territorio italiano e tra le attenuanti ritenute prevalenti c’erano anche questi aspetti. “Non si tratta dell’extracomunitario dedito all’alcol, irregolare o altro che qualcuno sbagliando potrebbe individuare” precisa l’avvocato Stefano Regazzoni, che difendeva l’imputato. Per lui il PM Del Grosso aveva chiesto due anni (la pena in questi casi va da due a sette, più elevata in caso di ubriachezza). Con il patteggiamento è stata ridotta a dieci mesi, come detto sospesa.
> L’ART 589 DEL CODICE PENALE: OMICIDIO COLPOSO
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