LECCO – Reati confermati e sentenze convalidate in Cassazione per l’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni. La Suprema Corte si è così pronunciata per cinque anni e dieci mesi di pena – con uno sconto su quanto definito in Appello per via di una sopraggiunta prescrizione – e per il politico lecchese, per due decenni al vertice del centrodestra che ha guidato e guida tuttora la Regione – si apriranno le porte del carcere.
Una sentenza che non sarà senza contraccolpi e che farà discutere a lungo. Due opinioni contrastanti a cui vogliamo dare spazio sono quelle di Filippo Boscagli, consigliere comunale lecchese di area formigoniana, e Paolo Trezzi, cittadino.
L’amarezza a caldo di una sentenza che appare tanto abnorme quanto ingiusta. Assolto chi ha scritto quelle delibere, assolti chi le ha votate collegialmente, paga e tantissimo solo uno. Nel rispetto delle sentenze bisogna sempre ricordare che la verità processuale molto spesso non coincide con la verità dei fatti.
Si tenta di ritagliare a Formigoni un abito su misura da reietto. Ma la sua statura umana, culturale e politica è di gran lunga diversa. Lo sanno bene i cittadini Lombardi per cui l’idea di essere stati governati dal Crimine per vent’anni è semplicemente incredibile e contrasta con la propria esperienza quotidiana.
Filippo Boscagli
Io ogni giorno da trent’anni che prendo i treni pendolari, e con me centinaia di migliaia di persone, ogni volta che devo fare un esame clinico o una visita medica e devo andare privatamente, e con me centinaia di migliaia di persone, ogni volta che vedo le strade del territorio e la pedemontana che sembra di viaggiare da solo, e il suo fallimento economico, ogni volta che mi interfaccio più che con la burocrazia con la mancanza di senso civico e le sacche di potere, e con me centinaia di migliaia di persone, ogni volta che passo da un’opera incompiuta nella ricca Brianza. Ect ect ect
Ogni volta non mi viene in mente la galera per Formigoni, che non auguro a nessuno perchè in ogni dove chiusi si sta male, ma certamente nemmeno la sua alta levatura politica e amministrativa. Che evidentemente è una falsa credenza.
Santa pazienza.
La cosa più umiliante è che non sono stati i cittadini che l’hanno squalificato ma i carabinieri.
Ed è umiliante per i cittadini, non per Formigoni.
Paolo Trezzi
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