LECCO – Non cessa di creare incomprensioni e polemiche l’interpretazione in chiave restrittiva che i sindaci lecchesi hanno dato al Dpcm “Fase 2”, vietando gli spostamenti tra Comuni diversi per fare attività fisica all’aperto. Una posizione severa contro la quale si è espresso anche il prefetto.
“La situazione è veramente odiosa, visto che solo i lecchesi devono sorbirsi l’assurdità di queste ordinanze” si sfoga un lettore, appassionato di trekking, che propone di farsi sentire inviando mail alle autorità: “Da ieri ho iniziato a inviare questa mail di protesta ai comuni del lecchese ed al prefetto di Lecco (in versione tagliata per rimanere dentro i 2000 caratteri). Se si riuscisse a farsi sentire in numero sufficiente forse si potrebbe sperare nella loro revoca. Quantomeno si sarebbe ulteriormente manifestato dissenso al riguardo”.
Ecco il testo della missiva:
Salve, sono uno sfortunato cittadino che abita nella provincia di Lecco.
Sfortunato non perché consideri questo territorio svantaggiato rispetto ad altri, o perché abbia personalmente problemi di sorta ma per via delle politiche adottate da voi sindaci nell’emanare ordinanze restrittive sul territorio. Quando le direttive ministeriali permettono maggiori libertà a chiunque in Italia [riferimento: Faq fase 2 – governo: Al fine di svolgere l’attività motoria o sportiva di cui sopra, è consentito anche spostarsi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo individuato per svolgere tali attività. Non è consentito svolgere attività motoria o sportiva fuori dalla propria Regione.]
La vostra politica è inaccettabile per queste ragioni:
Province con un numero di contagiati per popolazione decisamente più basso della nostra (come Bergamo) non hanno imposto attualmente [07/05/2020] le stesse restrizioni e quindi si fidano maggiormente del comportamento individuale dei loro cittadini.
Noi lecchesi siamo gente di una categoria inferiore?
Se impedite il raggiungimento di luoghi come montagne, lago ed altre aree dove poter praticare attività motoria all’aria aperta, anche ai non residenti che si spostano in macchina, questo vuol dire che molta più gente della regione Lombardia si addenserà nelle zone dove invece è consentito, creando possibilmente quello che si vuole evitare a livello nazionale: assembramenti.
Questo comportamento è definibile come egoistico.
Sono praticamente due mesi che le persone come me sono attente a rispettare norme e divieti e interpretare, in moltissimi casi, come potersi comportare per mantenere un equilibrio tra salute fisica e mentale senza violare quelle stesse norme. Si aspettava con estrema speranza e gioia un allentamento delle restrizioni e quando queste avvengono sono immediatamente frustrate dalle vostre ordinanze.
Questo vuol dire non capire le esigenze umane ed ha un effetto contrario alla tutela della salute pubblica, facendo sentire più imprigionati i lecchesi di tutti gli altri delle province limitrofe.
Sottostare a delle leggi restrittive non è facile ma si riesce confidando nel buonsenso di chi le emette e sforzandosi di capirne le ragioni. Quando buonsenso e ragioni non sono più percepibili e addirittura risultano in contrasto con direttive ministeriali, sottostare ad esse fa emergere solo rabbia e opposizione.
DALL’ARCHIVIO
SPOSTARSI IN AUTO PER SPORT, I SINDACI NON CEDONO: “A NOI È CHIARO, RESTA VIETATO”
FASE 2/DAI SINDACI LECCHESI UNA STRETTA ALLE NORME. NIENTE SECONDE CASE, SPORT SENZA PRENDERE L’AUTO