GLI ZAINI, DAL LEGNO ALLA TELA, DIVENTANO POPOLARI NEGLI ANNI ’80

LECCO – Uno zaino è, nella sua forma più semplice, una sacca in tessuto caricata sulle spalle di una persona e assicurata con due fasce che vanno sopra le spalle e sotto le ascelle.

A16 Zaino tatticoGli zaini sono spesso preferiti alle valigie o alle borse a mano, specialmente dovendo trasportare carichi pesanti per lunghi periodi di tempo, in quanto le spalle, per questo tipo di utilizzo, sono più adatte delle mani.

Il poter trasportare carichi è da sempre stata un’esigenza molto sentita soprattutto dalle popolazioni che vivono in montagna. Quando non c’erano animali sui quali poter contare, era l’uomo che si doveva far carico del trasporto di materiali pesanti o ingombranti quali provviste o legna. Proprio per tali motivi, i primi zaini furono realizzati con materiali rigidi, di solito legno, simili a ceste. Gli spallacci altro non erano se non delle semplici funi. In un contesto alpestre, questi zaini svolgevano egregiamente il proprio lavoro ma con il tempo e l’evolversi dei materiali, si iniziarono a produrre zaini in pelle animale o tela spesso con inserti in pelle nei punti di maggior sollecitazione, usura o per le cinghie di chiusura, mentre gli spallacci si allargarono e furono integrati da cinghie poste all’altezza del petto, della cintola o in entrambi i punti, divenendo più confortevoli così da poter aumentare il carico trasportato con minore fatica, specialmente su terreni scoscesi. Ancora oggi nelle regioni montane o alpine, si producono zaini in pelle naturale o scamosciata di semplice foggia usati principalmente per la caccia

zaino tatticoIn ambito militare moderno, la tela fu usata per decenni per la sua economicità e velocità di produzione in grandi numeri soppiantando gli zaini rigidi, poco confortevoli e scarsamente capienti. Materiali più specifici sono il nylon e la condura, un tessuto sintetico molto robusto e resistente all’abrasione.

Nasce in inghilterra nel 1906 come azienda produttrice dei sacchi per la marina militare e borse in juta, per poi passare nel 1926 a un artigino torinese. Nel corso degli anni 60 l’azienda passa all’imprenditore torinese giovanni garrinoche, in questa fase, la rende nota per la produzione di accessori di alpinismo. Ma la vera popolarità viene aggiunta ngli anni 80.

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