L’ATALANTA DIVERTE E SORPRENDE:
ALTRA STAGIONE DA INCORNICIARE
PER GASPERINI E I SUOI

Dopo un avvio un po’ stentato, forse anche a causa dei numerosi impegni tra campionato ed Europa League a cui la squadra non era abituata, ancora una volta la sorpresa del campionato si chiama Atalanta. I nerazzurri bergamaschi sono infatti oggi una delle formazioni più in forma del torneo, capace di divertire il pubblico e di ottenere ottimi risultati anche con gli avversari più temibili. Affrontare gli orobici non è certo semplice e lo sanno bene squadre come la capolista Juventus e il Milan, fermate sul 2-2, o l’Inter, travolta 4-1 all’Atleti Azzurri d’Italia da un undici imprevedibile, veloce e concreto. Ormai considerata un esempio di bel gioco ma anche di società sana e ben organizzata, l’Atalanta è senza dubbio il modello da seguire in un periodo in cui il calcio punta tutto sui grandi capitali e su investimenti non sempre limpidi.

Il calcio a Bergamo è d’altronde sempre stato sinonimo di programmazione, attenzione ai giovani e spese oculate, una combinazione di fattori sempre più rara nel calcio moderno, dove il marketing e gli aspetti finanziari sembrano aver soppiantato la passione per uno sport fatto di fatica e sudore. Senza trascurare i cambiamenti che negli ultimi anni hanno caratterizzato il mondo del calcio, l’Atalanta ha saputo infatti rimanere legata alla sua vocazione e a ottenere risultati di spessore grazie a una società attenta e lungimirante.

Oggi saldamente nelle mani del presidente Antonio Percassi (ex difensore proprio dei nerazzurri negli anni ’70 e oggi imprenditore di successo, già alla guida della società tra il 1990 e il 1994 e ritornato al timone nel 2010 subentrando alla famiglia Ruggeri), l’Atalanta è già da 3 anni consecutivi costantemente piazzata nelle prime posizioni della classifica di serie A, con all’attivo uno storico quarto posto finale nel 2016-2017 e il settimo posto della scorsa stagione, che hanno consentito agli orobici di disputare l’Europa League. Attualmente settima in classifica, anche quest’anno la formazione nerazzurra sta mostrando il proprio carattere, con una rosa che, sotto la guida di mister Gasperini, mescola giovani talenti come Gianluca Mancini e Pierluigi Gollini a nomi già affermati, come quelli di Duvan Zapata, del Papu Gomez e di Andrea Masiello.

È proprio la corretta programmazione tecnica, oltre che economica, a garantire all’Atalanta gli attuali risultati sul campo. Ultima squadra a testare la solidità e la concretezza dei nerazzurri in campionato è stata la Roma di Di Francesco, fermata sul 3-3 domenica scorsa nella 21a giornata. Che Atalanta-Roma potesse essere un match scoppiettante, lo si intuiva già dalle ultime prestazioni delle due squadre: 3 vittorie consecutive e 8 gol fatti per i giallorossi, 2 trasferte con ben 11 gol realizzati e il 2-2 con la capolista per gli orobici, le due squadre provenivano da una serie di ottimi risultati che lasciava ben sperare gli amanti dello spettacolo. Con delle premesse del genere, in effetti, non era difficile immaginare una partita ricca di gol, così come riportato dai pronostici con l’Over 2.5 quotato a 1.57. E il 3-3 finale ha confermato la previsione, con la Roma che può forse solo recriminare di aver sprecato il triplo vantaggio contro un’Atalanta mai doma.

Non solo risultati sportivi, però: il calcio a Bergamo è infatti sinonimo anche di intelligenti investimenti sul vivaio e di bilanci in regola. Basti pensare che tra abbonamenti e biglietti, aumento degli sponsor e cessioni pregiate, al 31 dicembre 2017 la società ha chiuso con un utile di quasi 27 milioni di euro, un risultato quasi impensabile di questi tempi che colloca l’Atalanta dietro solo alla Juve da questo punto di vista. Un traguardo che, in un mondo ormai segnato da fallimenti societari, bilanci in rosso e tifoserie ferite assume un valore ancora più importante.

Se Milan e Inter oggi fanno soffrire i propri tifosi, la Lombardia si può dunque consolare con i successi sul campo e fuori dell’Atalanta, un vero e proprio modello di good practice sportiva oggi come negli anni ’80 e ’90: d’altronde, da Scirea a Donadoni, da Vieri a Inzaghi, fino ai più recenti come Conti, Bonaventura e Baselli, la Dea è sempre stata una fucina di talenti in grado di appassionare e divertire non soltanto i tifosi bergamaschi ma tutti gli amanti del bel calcio, da Nord a Sud.