GALBIATE – Dopo essersi vista ritirare la delega di Assessora ai Servizi Sociali dal Sindaco di Galbiate Piergiovanni Montanelli, Cristina Tentori risponde al primo cittadino, esponendo le sue tesi.
Non è mia abitudine comunicare tramite stampa, ma date le dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Galbiate Montanelli ritengo necessario replicare, anche se per scelta di vita e per educazione, prediligo le relazioni personali fatte di confronto e discussione per raggiungere un obiettivo comune individuato.
Ed è proprio da questo che parto: durante la pandemia, ho trascorso un periodo in isolamento, malata proprio a causa del Covid che ha colpito me come molte altre infermiere a Lecco e su tutto il territorio nazionale. Avvisato il Sindaco, da casa ho sempre risposto alle telefonate di chi mi cercava, sia dall’ospedale sia dai servizi sociali. Nonostante il lutto, la malattia mia e dei miei familiari, ho sempre cercato di dare una risposta ai problemi che mi venivano di volta in volta presentati, consapevole del fatto che altrimenti con la mia presenza potessi diventare veicolo di contagio, arrecando un danno alla popolazione invece che un vantaggio! Anche a livello sovracomunale, i sindaci e gli assessori del territorio possono testimoniare la partecipazione agli incontri programmati su temi importanti relativi ai servizi sociali (non ultimo la gestione dei bambini nella Fase 2 nel periodo estivo e oltre).
A parte le questioni personali, forse sarebbe opportuno discutere del ruolo dell’assessore che a mio parere deve essere quello di indirizzo delle politiche sociali e di risposte ai bisogni dei cittadini al fine di garantire un equo accesso ai servizi e non un approccio paternalistico e individualista a singoli cittadini che manifestano un bisogno singolare: i diritti o sono universali o non lo sono. Per rispondere ai bisogni singolari a Galbiate ci sono validissime e collaudate associazioni, che fanno già egregiamente ciò che il sindaco Montanelli vorrebbe far fare all’assessore ai servizi sociali. Ritengo infatti che sia preferibile definire la rotta da seguire, che superi la quotidianità, che ci faccia aspirare a traguardi ambiziosi ma raggiungibili attraverso percorsi trasparenti, ben normati e in rete con gli altri Comuni limitrofi a garanzia della sostenibilità del servizio offerto. Il mio impegno (non certo un’oretta alla settimana) di sempre e soprattutto durante la pandemia, è stato quello creare delle relazioni anche a livello sovracomunale che consentissero di rispondere ai bisogni manifestati dai cittadini nella situazione specifica che si è venuta a creare come, solo ad esempio, il ritiro della biancheria per i pazienti ricoverati. Inoltre mi sono impegnata per garantire l’educativa scolastica, per studiare percorsi che consentissero ai bambini e adolescenti di poter trascorrere il periodo estivo in modo positivo (nonostante la pandemia) anche al Parco Ludico, per attivare percorsi di sperimentazione dell’infermiera sul territorio, per dare risposte ai bisogni degli anziani anche attualmente da un punto di vista informativo, per attivare percorsi di coinvolgimento dei disabili.
Su tutto ciò stavo lavorando per dare concretezza ad attività che sono cambiate sostanzialmente con la pandemia che ci ha travolti e che, con questa azione, il sindaco non farà altro che ritardare. Forse che non le condivide? Questa potrebbe essere una ragione vera per ritirare la delega. Ma allora deve dare una spiegazione a tutta la cittadinanza.
Sembra evidente che per il sindaco Montanelli la costruzione di un sistema che funzioni per tutti i cittadini sia meno importante della risposta alla singola persona.
In questo momento storico dove pensare e progettare i servizi anche attraverso la creazione di reti di relazioni comunali e sovracomunali, sembra davvero irresponsabile cambiare un assessore perché ha visione manageriale: ma evidentemente al sindaco Montanelli non interessa dare ai cittadini dei servizi di qualità.
In queste settimane, tutte le uscite sui giornali del sindaco in merito al problema coronavirus e alla casa di riposo Villa Serena non sono mai state concordate con l’assessore delegato a rappresentarlo nell’Assemblea dei sindaci, vero luogo di discussione delle tematiche sociali nonché momento di confronto con le autorità sanitarie in questo momento di grande criticità, in cui la propaganda deve lasciare spazio all’informazione scientifica corretta.
Se il sindaco davvero pensa che “in Comune comandano i cittadini” sorgono spontanee alcune domande: come mai il sindaco non voleva incontrare gli abitanti di Villa Vergano nonostante le mie insistenze per discutere dell’antenna? Come mai il Sindaco non ha minimamente valutato le preferenze uscite dalle urne elettorali? 2 candidati bocciati dalle urne sono in Giunta (argomento di accese discussioni fin dall’inizio del mandato e decisione da me non condivisa) e chi ottenuto più consensi viene licenziato. Come mai quando un cittadino chiede un appuntamento al sindaco deve prima passare dall’assessore di riferimento per il problema che il cittadino deve presentare?
Infine, i problemi di ricezione dei cellulari a Villa Vergano sono ben noti a tutti ma tutti sanno perfettamente come rintracciare chi abita a Villa Vergano: forse il sindaco preferisce non confrontarsi e decidere in autonomia anche sulle questioni che riguardano l’Assessorato alle politiche sociali?
Concludo scusandomi con i galbiatesi per la mia impossibilità di essere stata fisicamente presente in questo momento storico, ma il codice deontologico a cui mi attengo riporta che
“l’infermiere orienta il suo agire al bene della persona, della famiglia e della collettività”: la mia assenza era per garantire la vostra incolumità.
Al sindaco Montanelli faccio gli auguri: domani è un altro giorno”.
Cristina Tentori