LECCO – Abbiamo tutti appreso con sconcerto che l’Amministrazione di Malgrate ha proceduto, nonostante le proteste di varie associazioni e cittadini, al taglio di 12 alberi del lungolago. Anche in ragione di questo, instancabilmente, non possiamo non ricordare a tutti ciò che ad ogni persona di buon senso dovrebbe richiamare una ben maggiore questione del nostro territorio, compreso quello malgratese: il progetto del Teleriscaldamento (che proprio in questo periodo sarà oggetto di definitive valutazioni) considerato da più parti un alibi per mantenere in vita l’inceneritore gestito da Silea, anziché percorrere in tempi rapidi strade virtuose alternative.
Il paragone è ancora lì stridente e grande come… una foresta, quella di milioni di alberi che si dovrebbero piantare per compensare le emissioni annuali di CO2 del forno di Valmadrera. È a questo ineludibile quanto macroscopico dato che occorrerebbe guardare soprattutto alla luce di una sempre più stringente urgenza ambientale a tutti i livelli, oltre ai risaputi rischi per la salute legati alla combustione.
Riguardo alle valutazioni sull’unica candidatura progettuale rimasta, un primo livello di ammissibilità sarà quello, a quanto si rileva dai media, dei requisiti amministrativi della documentazione pervenuta a cui dovrebbe seguire, in caso di positività, una successiva fase di merito valutata da un’apposita commissione esaminatrice nominata dal consiglio di amministrazione di Silea. Commissione esaminatrice che dovrà, sempre secondo fonti giornalistiche, valutare se l’offerta corrisponda ai requisiti del bando: in primis a quello relativo alla virtuosità delle fonti alternative di alimentazione che dovrebbero subentrare a quelle attuali da combustione di rifiuti. Per tutte queste delicate fasi riteniamo sarebbe più che auspicabile il massimo della trasparenza vista la rilevanza pubblica, a maggior ragione essendo Silea una società interamente partecipata dai Comuni della Provincia.
Come riteniamo occorra contribuire a sfatare la presunta virtuosità di fonti alternative quali ad esempio l’alimentazione a biomasse, anche alla luce di recenti prestigiose documentazioni che non solo noi abbiamo contribuito ad inserire nel doveroso dibattito pubblico che negli ultimi tempi si è sempre più rinvigorito. Ecco perché ancora una volta siamo ad invitare riconosciute associazioni quali Legambiente ad assumere sempre più risolute posizioni circa un No deciso e ben ponderato all’implementazione del Teleriscaldamento e relativi suoi effetti nel tempo.
In particolare invitiamo pubblicamente il Wwf locale e l’Ente Parco del Barro, come anche coloro che più assiduamente frequentano le pendici del monte che rappresenta una delle maggiori zone di dispersione dei fumi dell’inceneritore, a porsi il problema di quali possano essere le fonti d’inquinamento che uno studio/ricerca, recentemente promosso dal Wwf stesso, ha evidenziato.
Qui di seguito l’eloquente titolo apparso su di un organo di stampa locale: “Parco, i risultati della tesi di laurea di un giovane attivista del Wwf di Lecco – Sostanze tossiche in gran quantità: le api svelano il Barro inquinato”.
RETE CONSIGLIERI INFORMATI E COMITATO LECCHESE ACQUA PUBBLICA E BENI COMUNI