LECCO – Riceviamo e pubblichiamo il contributo del Comitato Lecchese Acqua Pubblica e Beni Comuni letto e messo agli atti della Conferenza dei Comuni, tenutasi ieri sera in sala don Ticozzi, in merito all’affidamento ventennale del servizio idrico provinciale.
Cari sindaci, ancora una volta siete chiamati ad assumere decisioni importantissime per tutta la Collettività. Proprio per questo la responsabilità dell’affidamento ventennale della gestione del sistema idrico provinciale non può essere esclusivamente riservata alle vostre persone, pur rappresentative ma non autoreferenziali, ma riguarda tutto il sistema di democrazia reale locale: dai Consigli Comunali alla Cittadinanza tutta.
Ciò non è avvenuto nella maggior parte dei Comuni che rappresentate e laddove questo invece si è verificato è stato, nella maggioranza dei casi, dovuto all’azione svolta “dal basso” da realtà della Società Civile e da singoli Consiglieri, pur collegati trasversalmente tra loro.
Ecco perché la decisione che state per prendere è particolarmente carica di pesanti responsabilità. Responsabilità che non potranno non tener conto dei pronunciamenti espressi dalla Corte dei Conti e dall’Agcm pena il rischio più che fondato di una più che probabile ricorso alla gara nell’assegnazione del servizio, che, così tanto a parole, aborrite.
Senza ripercorrere tutto il martoriato iter precedente costellato da contraddizioni politiche rispetto al risultato referendario del 2011, palesi illegittimità normative – come evidenziate dagli organi di controllo sopracitati – e enormi sprechi economici non possiamo non sottolineare i seguenti qualificanti punti relativi alla situazione attuale:
– Continuando pervicacemente ed anacronisticamente sulla strada intrapresa dalla maggior parte di voi finirete, nella migliore ipotesi, col consegnare, anche se sotto le apparenti forme del “ pubblico ”, la gestione dell’idrico alle forze del mercato, in palese violazione dello spirito referendario.
– allontanerete i luoghi effettivamente decisionali dalle sedi locali di democrazia rappresentativa e partecipativa.
– produrrete un rischio oggettivo di “rientro” dell’ipotesi di gara ad evidenza pubblica nella procedura di assegnazione, smentendo così, nei fatti, la vostra più volte dichiarata volontà di procedere all’affidamento diretto cosiddetto “in house”.
– manterrete in auge un sistema di potere societario, gestionale e manageriale che ha dato prova pessima di efficienza e di economicità (e conseguente lievitazione tariffaria) , che dovrebbe invece contraddistinguere la gestione pubblica.
Dal canto nostro, abbiamo più volte contribuito ad indicare, inascoltati, strade razionali e coerenti con la inequivocabile volontà popolare referendaria che tenevano anche conto di tempi e costi ristretti di realizzazione pur condizionati dalle conseguenze di pervicaci (quanto ondivaghe nei fatti) scelte prese dalla maggioranza di voi.
Siamo persino arrivati nell’ultima fase, per senso di apertura e realismo, a proporre un percorso che, nei ridottissimi termini temporali resi da voi così strozzati, potesse far “mettere in cascina” la possibilità di creare le condizioni di un corretto affidamento in house ( ipotesi azzeramento della recente fusione Idroservice in LRH ed immediato scorporo da quest’ultima ) peraltro riallineandosi con la vostra precedente scelta del 2013 operata in questa stessa sede di Conferenza di Comuni e di Consiglio Provinciale.
Sarebbe stata una condizione necessaria per rispettare i tempi e per procedere poi nella direzione di un accorpamento con Idrolario in un’unica società ed immediatamente dopo ricorrere alla trasformazione eterogenea in azienda speciale consortile di diritto pubblico, l’unica a nostro avviso pienamente coerente con l’esito referendario.
Inascoltati inspiegabilmente anche su questo, siamo ora a sottoporvi preventivamente un quesito che purtroppo temiamo possa, con realismo e nostro malgrado, rendersi necessario. In caso di una più che plausibile riconferma del giudizio di illegittimità da parte dell’Agcm, del più che possibile suo ricorso al Tar e del suo probabilissimo successivo accoglimento: dopo il ritorno, da voi dato per certo (per noi invece assai improbabile) del potere decisionale in sede locale dell’affidamento, ci si dovrà ancora da voi aspettare una ulteriore continuazione nella direzione sin qui perseguita, e così inesorabilmente censurata, oppure finalmente si prenderanno in considerazione percorsi alternativi, quali anche da noi indicati e mai da voi veramente approfonditi ?
A voi le scelte e le responsabilità, non solo politiche, che ci auguriamo abbiate nel frattempo imparato a condividere con Consiglieri e Cittadinanza!
Perché si scrive Acqua ma si legge Democrazia!
Comitato Lecchese Acqua Pubblica e Beni Comuni