VINCE ‘PIAZZA DELLA STAZIONE’.
90 MINUTI DI FUOCO IN CONSIGLIO
PER TORNARE AL VECCHIO NOME

Stazione piazza LECCO – Un’ora e mezza su piazza della Stazione. O piazza Lega Lombarda. Che a fine serata tornerà ad essere, definitivamente, piazza della Stazione – anche se l’ufficialità arriverà entro fine anno. Se durante la seconda serata del super consiglio comunale convocato il 13 aprile – 18 punti all’ordine del giorno – non si è parlato di toponomastica per 90 minuti, poco ci è mancato.

I fatti: Salvatore Rizzolino (Pd) e Stefano Chirico (Ncd) hanno presentato una mozione per modificare piazza Lega Lombarda in piazza della Stazione. “Voglio andare nella direzione della tradizione della nostra città – spiega Chirico –: l’attuale nome è stato scelto dalla giunta monocolore guidata da Pino Pogliani, ma visto che nessuno lo utilizza torniamo alla sua denominazione classica”. Tocca a Rizzolino narrare la storia dell’area, “dal XIX secolo quando portava il nome di piazza della Stazione, al periodo fascista, piazza 28 ottobre, tornata poi al nome originale solo nel 1949”.

E si apre così il festival della democrazia. Si parte seriamente. “Vorrei che si tornasse al nome originario, ma ora non è così importante, anche se quella è stata una ridicola rivendicazione storica” afferma Viviana Parisi (Pd). Ma per uscire dal seminato basta poco. “Voglio presentare un ordine del giorno per chiamarla piazza Fratelli d’Italia – provoca Giacomo Zamperini (FdI), che poi torna serio –: piazza stazione è un nome provinciale. L’argomentazione “la gente la chiama così” è sbagliata. Esistono via dell’Unità, via Stalingrado e via dei Partigiani, ma non per questo vanno cambiate ogni volta a ogni amministrazione di diversa ideologia. Parliamo dei problemi della piazza, non del nome”.

Intanto in aula parte la bagarre: alcuni consiglieri girovagano per l’aula, pensando al vicino confronto elettorale, tra cui Antonio Pasquini (Ncd), ormai come uno scolaro al 5 giugno, mentre altri entrano nel vivo della questione. “È una discussione inutile – tuona Cinzia Bettega (Lega Nord) –. Comprendo il passaggio politico firmato tra un esponente del Pd e uno del Ncd, alleati di ferro a Roma e ora vicini anche qui. Il nome della piazza non è un problema per i lecchesi e noi abbiamo passato un’ora a parlare di una inutilità del genere”. E alla fine si supereranno i 60 minuti, nei quali il dibattito degenererà sempre di più e si andrà ben otre i 19 interventi contanti da qualcuno prima delle dichiarazioni di voto.

L’aula allora si scatena. Bettega litiga con Pasquini, mentre Giovanni Colombo (Lega Nord) dà spettacolo: prima sbraita con Ciro Nigriello (Pd), al quale poi chiede scusa invitandolo a casa sua “a mangiare insieme una buona polenta e una soppressata”, poi con una difesa strenua di piazza Lega Lombarda – e un conseguente attacco praticamente a qualsiasi cosa si muovesse all’interno dell’aula – si attira le antipatie della maggioranza dei colleghi, ma soprattutto di Ivan Mauri (Ncd) che gli chiede pubblicamente, e in modo colorito, dove volesse arrivare.

E mentre la situazione, tra il serio e il faceto, viene riportata all’ordine, ci si appresta a votare a favore del cambio del nome della piazza, che grazie ai 21 voti positivi provenienti da Ncd e da gran parte del Pd (insieme ad Appello per Lecco), entro fine anno dovrebbe tornare ufficialmente alla denominazione più comune, utilizzato dalla grande maggioranza dei lecchesi. Un parto lungo e difficile durato anni fuori dalla sala consigliere e circa 90 minuti dentro. Come una partita di calcio, avvincente quanto uno 0-0.

F. L.