LECCO – Di recente è stata apportata una modifica viabilistica alla trafficata via Belvedere. Probabilmente per aumentare la sicurezza dei pedoni che spesso sono a rischio tra le macchine, ma a suscitare polemiche e perplessità sono stati i modi con cui la Polizia Locale ha attuato la modifica.
La vicenda inizia verso la fine del maggio scorso, quando un addetto per conto del Comune arriva all’incrocio tra via Malpensata e via Belvedere per montare un cartello di divieto di sosta con rimozione forzata. Uno degli esercenti della zona blocca l’addetto e cerca di contattare il responsabile in Comune. La segretaria risponde che non è disponibile, e che verrà ricontattato prima possibile. Nel pomeriggio, alla riapertura dei negozi, una simpatica sorpresa accoglie l’esercente: il cartello è stato piazzato di soppiatto, sebbene fosse stato chiesto un colloquio perlomeno telefonico. “E questa la chiamano democrazia…” lascia detto alla segretaria.
Quindi da fine maggio la parte iniziale di via Belvedere diventa divieto di sosta, come il suo proseguio. Peccato che il cartello sia stato piazzato a circa 3 metri di altezza, nei pressi di un incrocio pericoloso e molto trafficato. E’ facile immaginare quanti, tra residenti, esercenti e turisti abbiano potuto notare il cambio.
Ed alcune settimane dopo ecco arrivare la Polizia Locale a fare incetta: accompagnati dal servizio di rimozione, via cinque macchine parcheggiate sotto il nuovo divieto celestiale. Un semplice accorgimento come mettere dei cartelli ufficiosi a ridosso dei parcheggi trasformati in abusivi sarebbe bastato. Pratiche che dobbiamo rendere conto essere conosciute all’amministrazione, visto che sono state usate per la 10 km del Manzoni sul lungolago, dove degli evidenti fogli A4 arancioni sono stati affissi nelle zone che sarebbero diventate inaccessibili durante la manifestazione. Una lodevole iniziativa, che sarebbe costata pochi euro di toner e carta agli uffici comunali, ed avrebbe risparmiato soldi e scocciature ai residenti.
Per carità, tutto lecito. E’ stato anche fatto passare del tempo tra il posizionamento e l’attuazione dello stesso divieto, ma molti sono rimasti perplessi, in primis dalla scelta ed in seguito dal modo in cui questa è stata attuata.
Come accennato sopra il Comune si è negato ai cittadini che chiedevano un confronto. Effettivamente via Belvedere è pericolosa, è molto trafficata e con la presenza dei ragazzi delle scuole e dei genitori che portano i bambini all’asilo tutto si fa molto più delicato. Essendo una via secondaria, durante le ore di minor traffico viene percorsa a velocità poco consone ad una strada dove non esiste un vero e proprio marciapiede, dove sovente vengono parcheggiate le macchine a bordo strada da chi si vuole recare in centro. Certo, sono tutti in divieto di sosta, ma Lecco è quella che è, i parcheggi non sono infiniti e sebbene contro la legge spesso e volentieri non ci sono molte alternative, se non una camminata di almeno quindici minuti.
Ma non sono certo le multe a poter porre rimedio a questa situazione. Per cento che ne vengono multati altri cento verranno a parcheggiare, perché lo spazio semplicemente non c’è: non è solamente questione di pigrizia, anche se probabilmente è una componente presente.
E allora che fare se la repressione non rappresenta una soluzione? Cambiare metodo. Certo, perché non sempre chi si lamenta lo fa solo per il puro gusto di farlo, ma anche per essere costruttivo. Rendere via Belvedere a senso unico, questa è una delle proposte che si sentono nel rione. Consentirebbe di creare parcheggi e si otterrebbe lo spazio per un marciapiede che consenta il transito sicuro dei pedoni e dei passeggini.
Speriamo che l’attuale amministrazione che si è contraddistinta per la sua apertura ai cittadini e per la comunicazione diretta possa recepire l’appello di chi vive e lavora a Lecco e di chi vive nelle strade che durante i fine settimana vengono letteralmente assalite da turisti “disperati” e desiderosi di fare una passeggiata nella nostra bella città.