LECCO – “Sol Quair”, esemplificazione dall’inglese di “Coro dell’anima”, in un’italianizzazione quasi poetica, che si legge come si scrive. Un nome senza dubbio importante e di grande responsabilità quello del primo coro Gospel Spiritual del lecchese. Nata a dir la verità vent’anni fa, nel borgo lariano di Mandello, la formazione musicale vede la sua crescita proprio a Lecco, dal 1999 sotto la direzione di Giuseppe Caccialanza, insegnante e musicista poliedrico, trascinatore dalla verve indiscussa. Come sempre apprezzati dal pubblico, ogni volta sempre più entusiasta, i coristi e il loro maestro hanno dato vita ad una serata unica, divertente e profonda.
Questa volta, nei festeggiamenti del ventesimo, in Santa Marta, nel cuore del centro, una chiesa intima e dall’acustica deliziosa. La partecipazione è stata straordinaria, e tra gli accorsi, molti cantori che hanno prestato la propria voce anche solo per un periodo più o meno lungo al coro. Una festa tradotta in canto, ovviamente articolata in un programma che ha toccato brani storici, brani rappresentativi del repertorio gospel e altri più nuovi, tra cui gospel contemporanei. I Sol Quair sono un coro che nel tempo ha vissuto cambiamenti per così dire naturali, nel repertorio, nelle scelte del maestro, nei coristi stessi, pur mantenendo intatta l’immagine tuttora viva di una sorridente ed energetica corale capace di portare alla gente una carica spirituale travolgente, caratteristica propria del gospel; e non di meno, i concerti diventano spesso un momento per riflettere sulla nostra condizione storica, sulle guerre, sulle immigrazioni.
Di fatto la musica unisce da sempre culture, crea legami, non è vincolata da confini, apre le più disparate possibilità di unione e crescita umana ed artistica. Inevitabile il confronto tra il maestro Caccialanza e monsignor Franco Cecchin, due oratori acuti e provocatori, in un significativo ed entusiasmante scambio di pensieri sul senso spirituale evocato appunto dai canti proposti. Il maestro ha inoltre raccontato come i Sol Quair siano stati il primo terreno gospel nel lecchese, da dove sono partiti nel tempo germogli di questo genere, approdati e cresciuti anche in altri comuni del circondario, da Ballabio a Valmadrera, ma chiunque abbia vissuto l’esperienza di questo coro continua a seguirlo e ne porta dentro un ricordo indelebile. Chiamati infatti a cantare Happy Day tutti gli ex coristi presenti in chiesa, e più volte coinvolto il pubblico nel canto, nei gesti, nel ritmo. Perché il gospel è soprattutto preghiera e partecipazione. Progetti in cantiere per questo importante anniversario? Una tournèe, un nuovo cd? Certamente tanti altri concerti e momenti importanti per la città e non solo.
Michele Casadio
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