LECCO – Un volume accompagna il restauro conservativo del Monumento ai Caduti di Lecco dello scultore Giannino Castiglioni. Curato dall’architetto Eugenio Guglielmi il libro raccoglie i documenti storici e le fasi operative dei lavori realizzati.
“I numerosi saggi contenuti ripercorrono le vicende che portarono la città lariana all’organizzazione dei Comitati popolari, a partire dai primi anni del conflitto mondiale, per il ricordo dei Caduti, fino 1926, anno dell’inaugurazione del grande gruppo bronzeo sul lungolago – spiega l’architetto Eugenio Guglielmi, direttore artistico del restauro e curatore del volume -. I documenti conservati presso l’Archivio Comunale di Lecco hanno permesso di fare luce su molti aspetti ancora inediti, a partire dal Concorso per l’affidamento dell’opera, fino ad arrivare alla sua assegnazione al Castiglioni, figura già nota nel panorama artistico nazionale ed internazionale”.
Oltre alle presentazioni del sindaco di Lecco Virginio Brivio e dell’assessore al patrimonio e ai lavori pubblici del Comune di Lecco Corrado Valsecchi, anima dell’iniziativa, hanno contributo alla stesura del volume Aloisio Bonfanti, Katiuscia Vassena, Massimo Dell’Oro e Bruna Mariani.
La prefazione al volume a firma del geometra Katiuscia Vassena
Quando l’Assessore Corrado Valsecchi, col quale collaboro, mi ha espresso il desiderio di restaurare il Monumento ai Caduti sul lungolago di Lecco, mi è subito parsa una proposta interessante, ma non avrei certo immaginato che sarebbe stata un’esperienza così coinvolgente. Dopo aver sfogliato qualche recente pubblicazione di storia locale, per individuare più notizie possibili sul periodo in cui l’opera fu realizzata, mi misi subito al lavoro per ricostruire, tramite i documenti conservati presso l’Archivio comunale, tutte le varie fasi che permisero la realizzazione di quello che al tempo fu definito “uno tra i più bei monumenti commemorativi d’Italia” dedicati alla Grande Guerra.
La ricchezza del materiale custodito presso un Archivio pubblico è purtroppo noto a pochi addetti ai lavori. Sovente questo luogo è considerato tetro, polveroso e pieno di carte ingiallite. In realtà… è così! Basterebbe aprire un faldone, ancora legato con il nastro di seta nera originale (se si rompe basta semplicemente farvi un nodo), per rivivere lo scorrere del tempo e ritrovare, anche con una certa emozione ,i personaggi che ci hanno preceduto nelle varie vicende amministrative della nostra città. La molteplicità della documentazione, archiviata con doviziosa precisione, è catalogata su registri, per periodi o per anni. Questi vanno consultati come primo passo per un efficace studio di quanto disponibile. Si cercano poi i faldoni sugli scaffali: a volte i dorsi sono scritti a mano con una grafia pulita ed inclinata, a volte sono semplicemente numerati con dei timbri, i più recenti hanno un foglio incollato e scritto a macchina. La consultazione è sicuramente la parte più interessante. Si trovano le semplici missive tra uffici scritte a matita su veline avvizzite, le bozze dei progetti, le comunicazioni dei Ministeri, i Regi Decreti, insomma tutto ciò che è servito a far funzionare la complessa macchina burocratica del Comune.
In particolare il faldone dedicato al Monumento ai Caduti dello scultore Giannino Castiglioni, è stata una vera sorpresa. Esso infatti conserva ancora una corposa documentazione storica che non riguarda solo la stessa opera. Penso alle originali missive di ogni attore interessato all’iniziativa che di suo pugno ne stilò il contenuto, a volte di difficile lettura, in quanto non più abituati a riconoscere manoscritti con grafie oggi obsolete per la nostra attuale formazione scolastica e culturale. Sorprendenti le bozze, gli elaborati grafici ancora disegnati a mano e colorati con pastelli, le relazioni degli ingegneri, le note dei costi e gli appunti di cantiere. Una importante testimonianza che chiarisce meglio le modalità del progetto. Passando di cartella in cartella, si riconoscono le firme dei diversi funzionari e professionisti e i nomi diventano così quasi familiari. Molte lettere sottolineano le difficoltà per la scelta degli artisti invitati per il concorso. In altri documenti emerge il ruolo energico di Castiglioni nel portare a termine il progetto nei tempi previsti. Molto interessante il capitolato per l’appalto steso in modo minuzioso, dove si possono ricavare tutte le informazioni sulle maestranze impegnate nei lavori, i costi delle opere e i materiali utilizzati.
Osservando una fotografia scattata sul ponteggio durante i lavori, rimane purtroppo ancora il dubbio sulle vere sembianze dell’ingegnere capo del Comune Josto Braccioni, sino a chiederci se saremo in grado dare un volto a chi si spese con competenza e dedizione per realizzare la grande opera oggetto del nostro restauro. L’archivio comunale in qualsiasi caso offre, a chi con pazienza lo sa consultare, tutte le informazioni che servono per poter delineare un quadro completo di ogni tipo di argomento. La cosa che ritengo più affascinante è che questo strumento sia sempre pronto a comunicare ancora
oggi con noi, stabilendo un contatto diretto che ci fa ricordare la fatica e il lavoro che si cela dietro l’apparente normalità della quotidianità.