RICONOSCIMENTO DAL GIAPPONE
PER IL POLITECNICO DI LECCO

premio politecnico HuT HomeLECCO – L’International University Architectural Competition è un concorso bandito dalla fondazione della Lixil Group, una delle più importanti aziende del settore delle costruzioni in Giappone.

Il concorso, che annualmente individua un tema di progetto altamente sfidante, mira alla ricerca di soluzioni architettoniche innovative e sostenibili applicate ai contesti più disparati: l’edizione 2015 House for Enjoying the Harsh Cold nello specifico richiedeva la realizzazione di uno spazio di aggregazione per la comunità di Menu Meadows nel paesino di Taiki, circondato da un vasto paesaggio agricolo e soggetto alle aspre condizioni atmosferiche di Hokkaido. Da oltre cinque anni, la Fondazione LIXIL vi ha istituito il Centro di ricerca sulle tecnologie ambientali Memu Meadows, dando vita a un progetto sperimentale innovativo grazie al sostegno della Fondazione Lixil.

La competizione, che giunge quest’anno alla sua 5° edizione, si svolge su invito e coinvolge le migliori Università del mondo. Il 2015 in particolare ha visto la presenza di team progettuali provenienti da: Yale University (USA); Politecnico di Milano (Italy); Superior Technical School of Architecture of Madrid (Spain); Istanbul Technical University (Turkey); Chulalongkorn University (Thailand); The Oslo School of Architecture and Design (Norway); Tokyo University of Agriculture (Japan); Ecole Nationale Supérieure d’Architecture de Paris La Villette (France); Tokyo Institute of Technology (Japan); Universidade de Sao Paulo (Brazil); The University of Hong Kong (Hong Kong); Seoul National University (South Korea).

Tra le università selezionate quest’anno ha partecipato anche il Politecnico di Milano, con la Scuola di Ingegneria Edile-Architettura – Polo Territoriale di Lecco; in particolare i professori Marco Imperadori (delegato del Rettore del Politecnico di Milano per tutti i rapporti di Ateneo con l’Estremo Oriente) e Gabriele Masera che hanno coordinato un team di studenti selezionati: Pierpaolo Avanzi, Federica Brunone, Davide Della Croce, Hiroki Imano (School di Architettura e Società proveniente dalla Chiba University), Salvatore Nastati, Andrea Nulli, Francesco Salvetti e Silvia Spallina.

La premiazione che si è tenuta ieri, martedì 21 aprile, ha visto imporsi il progetto dell’università di Oslo sulle tre selezionate per la scelta finale: Ecole d’Architecture de Paris La Villette, France; The Oslo School of Architecture and Design, Norway; Chulalongkorn University, Thailand

La giuria, composta dall’architetto Kengo Kuma (Professore dell’università di Tokyo), da Tomonari Yashiro (Vice Rettore dell’Università di Tokyo) e dall’architetto Dana Buntrock (Professoressa dell’università della California), ha però conferito come segno di apprezzamento per il progetto del team del Politecnico di Milano – HuT Home – una menzione speciale con un contributo di 1500 euro.

“La menzione – spiega il prof. Marco Imperadori – è stata voluta dalla giuria che ha valutato l’impegno e il valore del progetto e l’innovativo “mosaico” di facciata. Credo sia già un ottimo risultato essendo la prima volta che partecipiamo e visto l’alto valore dei concorrenti, nonché un ottimo punto di partenza per le prossime edizioni in cui contiamo di poter competere con le più blasonate università a livello mondiale”

Il contributo ricevuto dal team verrà utilizzato per permettere a Davide Della Croce, capo progetto del gruppo di lavoro, di raggiungere il sito di progetto – Menu Meadows – allo scopo di fare rilievi e foto in vista della sfida del prossimo anno.

Le tavole di progetto sono inoltre esposte nella prestigiosa location della Fondazione Matalon a Milano e, in occasione del Salone del Mobile, hanno animato parte della mostra Mottainai 2015 aperta dall’8 al 29 aprile in Foro Bonaparte Milano. Mottainai, espressione giapponese che significa: “che peccato sprecare!”, è una mostra il cui obbiettivo è la tutela dell’ambiente, del riutilizzo e del risparmio.

premio politecnico HuT Home

Concept di progetto: HuT home

Vivere il clima freddo significa accettare le leggi della natura e riconnettersi con il ritmo del pianeta. HuT home è un luogo di incontro che suggerisce silenzio e rispetto per la natura come strumento per promuovere l’armonia tra l’uomo e l’ambiente naturale che lo circonda.

In HuT home lo spazio delle attività è definito dalla temperatura, è il tempo dagli ancestrali segnali naturali come il fumo dei camini, le luci del fuoco e il suono del silenzio. Nessuna tecnologia né connessioni digitali saranno consentite, per incentivare connessioni di altro tipo tra l’uomo, se stesso, la natura e la comunità del luogo.

HuT home facilita inoltre la percezione sul corpo umano del freddo rigido, articolandosi in spazi con differenti temperature, che si relazionano con l’esterno, nell’ordine di far provare molteplici sensazioni: l’edificio diventa quindi una sorta di termometro delle attività dell’uomo.

In una società fortemente connessa con la tecnologia, ma di fatto sempre più sconnessa dalla natura, questo rifugio rappresenta lo spazio primitivo, il catalizzatore emozionale, un ambiente speciale e metafisico dove la natura impetuosa potrà dimostrare che solo attraverso il rispetto l’uomo può vivere in equilibrio con essa.