MILANO – Due anni e nove mesi di reclusione più sospensione dai pubblici uffici per Guido Podestà, presidente uscente della provincia di Milano. Questa la decisione del tribunale di Milano in merito all’accusa di aver falsificato 926 firme necessarie per la presentazione del listino Formigoni e conseguentemente della lista Pdl alle elezioni regionali del 2010.
Il procuratore aggiunto Alfredo Robledo aveva chiesto una condanna a cinque anni e otto mesi motivando il fatto come falso in atto pubblico. La corte si è invece espressa per falso in materia elettorale (reato meno grave) riducendo le pene.
Condannati nello stesso processo anche gli ex consiglieri provinciali Massimo Turci e Barbara Calzavara (due anni e sei mesi di reclusione), Nicolò Mardegan (un anno e un mese) e Marco Martino (nove mesi). Per tutti decisa la sospensione dai diritti elettorali, inoltre dovranno corrispondere 100mila euro alle provincia costituitasi parte civile.
Nella requisitoria il procuratore ha parlato di “grave ferita per la democrazia” poiché “ai cittadini è stata sottratta la libertà di scelta della loro rappresentanza”. Podestà ha invece indetto una conferenza stampa immediatamente successiva alla sentenza e annunciato la pubblicazione di carte che smentirebbero l’accusa.
L’inchiesta è nata da una denuncia del Partito radicale che faceva seguito ad un inchiesta dl quotidiano Repubblica. In aula a complicare la posizione dell’esponente di primo piano del Popolo della libertà, allora anche coordinatore del partito, sono state altre esponenti del suo partito quali Clotilde Strada, responsabile della raccolta firme che ha patteggiato la pena, e la coimputata Barbara Calzavara.