GARLATE – Chiude in bellezza “Culture Shock”, il progetto promosso dalla cooperativa sociale Liberi Sogni col sostegno di So.Le.Vol con l’obiettivo di promuovere la partecipazione della comunità e specialmente dei giovani alla vita culturale del proprio territorio, favorendo l’incontro e lo sviluppo di relazioni in termini intergenerazionali, interculturali e sociali.
Ieri sera al museo della seta di Garlate il quarto appuntamento – quello conclusivo – del percorso, che aveva come tema il volontariato e giovani. “Ci siamo chiesti quali sono le nuove forme di partecipazione dei giovani e come essi costruiscono la propria identità in rapporto con le associazioni e le generazioni adulte. – spiega Stefano Farina del So.Le.Vol – E a partire da queste domande abbiamo cercato di riflettere sulle forme di ingaggio dei giovani, sui loro interessi e motivazioni, sulle forme di attivazione e sulle loro risorse, i loro punti di forza e i bisogni di alleanze. Per farlo abbiamo chiesto di raccontare alcune esperienze del territorio significative, nelle quali giovani o gruppi di giovani si sono attivati intorno a un progetto o un’idea”.
Il metodo adottato è stato quello della biblioteca umana, che prevede che si racconti la propria esperienza come se essa fosse un libro fatto di capitoli. Il pubblico è diviso in piccoli gruppi di lettura/ascolto e ogni gruppo ha disposizione al massimo 15 minuti per sfogliare un libro, potendo consultare i capitoli nell’ordine che preferisce. “Abbiamo chiesto ai ragazzi che hanno scritto il racconto sulla propria esperienza – prosegue Farina – di suddividerlo in cinque capitoli, ognuno dei quali dedicato ad uno specifico aspetto del tema del volontariato: cosa ho fatto, perché, cosa è stato facile e cosa no, come ho gestito il rapporto con gli adulti, cosa ho scoperto”.
I narratori/autori di questo particolare libro vengono da quattro realtà diverse: i ragazzi del Centro farmaceutico di Valmadrera che, nel raccontare la loro esperienza, hanno sottolineato che “l’importante non è quello che fai ma le relazioni che crei”; le ragazze che hanno fondato l’associazione Alta marea di Olgiate Molgora che offre dei servizi di vario genere alla propria comunità; poi c’è Martina di Galbiate che fa volontariato con la Caritas di Lecco: “Fin da piccola ho sempre voluto andare in Africa per conoscere la povertà di questo continente e quando ci sono stata mi sono resa conto che si tratta di una realtà molto diversa da quella che ci viene descritta. Una volta tornata in Italia ho deciso così di contribuire a migliorare le situazioni di miseria del mio territorio”. E infine c’è Brigida di Valmadrera, che ha fatto la volontaria ad Expo, raccontando la straordinaria esperienza di essere catapultata da una piccola città di provincia ad un’esposizione internazionale, dove ha potuto incontrare milioni di persone provenienti da tutto il mondo.
Gli adulti seduti attorno ai quattro tavoli di ascolto, non necessariamente provenienti dall’universo associazionistico, hanno potuto ascoltare queste storie orientando la narrazione, facendo domande e dando luogo così a racconti sempre diversi, dove poteva emergere ora un dettaglio ora un altro, traendo davvero tanti spunti sia sulla realtà giovanile sia su quella del volontariato. “È stato un bel momento che è piaciuto a chi ha ascoltato e a chi ha narrato. Ringraziamo di cuore il comune di Garlate per la bella cornice che ci ha offerto. Il museo, un luogo denso di cultura e di storia, ha arricchito i racconti e noi lo abbiamo valorizzato, facendone un uso non abituale, proprio come fa il volontariato che cambia le prospettive” conclude Stefano Farina.
Manuela Valsecchi