LECCO – Significativo caso clinico diagnosticato e trattato con successo, all’Ospedale Manzoni, dall’équipe multidisciplinare composta da specialisti neurologi, neurochirurghi, neuroradiologi, otorinolaringoiatri, neurofisiologi e anatomopatologi: protagonista un uomo, di circa 50 anni, portatore di un voluminoso tumore cranico con compressione delle strutture cerebrali e neurovascolari. Il tumore, di origine meningea, infiltrava e comprimeva le strutture più nobili dell’encefalo in particolare il tronco-encefalo e in nervi cranici che provvedono all’innervamento del volto e delle strutture laringee e faringee responsabili della mimica facciale, della fonazione e della deglutizione.
Le indagini cliniche effettuate sul paziente hanno permesso di stimare il rischio operatorio ed il corretto planning chirurgico grazie ad un confronto collegiale e multidisciplinare. L’intervento è stato anticipato da una procedura angiografica preoperatoria, svolta da Alessandro Lunghi Primario della Neuroradiologia dell’ASST di Lecco, con embolizzazione, cioè con l’esclusione dei maggiori vasi ematici afferenti al tumore per poter ridurre il sanguinamento intraoperatorio potendo così ridurre i tempi operatori ed i rischi per il paziente.
Quattro giorni dopo, l’uomo è stato sottoposto all’intervento chirurgico di asportazione della massa tumorale, effettuato dai neurochirurghi di Via dell’Eremo, Daniela Vismara e Gianluca Grimod. L’intervento, durato ben dieci ore, ha consentito di rimuovere pazientemente il tumore a piccoli pezzi staccandolo progressivamente dalle strutture neurovascolari e cerebrali preservandole sia anatomicamente che funzionalmente e riducendo al minimo le manipolazioni del cervello e del tronco encefalo. Oggi il paziente, dopo una degenza priva di complicanze, si trova presso il centro riabilitativo di Bellano per migliorare il suo recupero post operatorio.
“Tutto questo – spiega Andrea Salmaggi, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’ASST lecchese nonché neuro oncologo del Manzoni – è stato possibile grazie ad un approccio esteso alla base del cranio ed all’orecchio interno, eseguito anche con l’aiuto Maddalena Satta, direttore attuale dell’Otorinolaringoiatria, ed al monitoraggio neurofisiologico eseguito dalla neurologa Luisa De Toni Franceschini. La diagnosi istologica è stata poi elaborata dai colleghi dell’Anatomia Patologica, Giorgio Rossi ed Emanuele Dainese”.