LECCO – Questa mattina ritardi oltre i 45 minuti per i treni della direttrice Lecco-Milano, senza informazioni al riguardo, tanto meno dall’app di Trenord. L’ennesima fatica per i pendolari, già stremati dalla giornata di fortissimi disagi di ieri.
Lunedì, infatti, dopo lo sciopero indetto sino alle 17 a causa dell’accoltellamento a un controllore, la circolazione non ha ripreso a funzionare regolarmente prima delle 20.
Tra i pendolari bloccati per due ore nella stazione di Sesto San Giovanni, anche Eleonora Lavelli, segretario provinciale di Azione Lecco: “Ho assistito a scene veramente sconfortanti: bambini piangenti e persone urlanti stipate nei pochi treni che sono passati in direzione Monza-Lecco. Disagio veramente palpabile, tra chi si è sentito male, tra chi ha iniziato a strattonarsi per trovare un piccolo spazio sul treno. Le forze dell’ordine sono intervenute per portare via una persona instabile che ha urlato per mezz’ora, nessuno però ha dato un supporto alle persone presenti in una stazione priva dei benché minimi servizi, a cui non è stato dato uno straccio di informazione. Situazioni da terzo mondo, che in Lombardia è surreale vedere”.
Un disastro, confermato dai pendolari intervistati lungo la linea ferroviaria. Oscar, 25 anni, di Calco: ho atteso un treno per Cernusco in stazione Garibaldi dalle ore 15 e il primo treno che ho potuto prendere è passato alle 18.30, stracarico. Scene dell’apocalisse tra gente che si spinge giù dal treno e che si insulta”. Claudio, 55 anni, di Osnago: “ho atteso un treno per Osnago dalle 17 nella stazione di Sesto e sono ritornato a casa stremato dopo le 20, stando stipato e schiacciato in un vagone oltremodo pieno di persone”. Caterina, 22 anni, di Merate “parto presto per arrivare in orario all’università alle 9, eppure Trenord riesce comunque a farmi perdere le prime ore di lezione. Oggi non so a che ora riuscirò ad arrivare, visto che la circolazione è in tilt”.
Claudia, 25 anni, di Cernusco: “Ormai il treno è diventato un mezzo più problematico per chi deve andare all’università, dove i professori manco sottovalutano, per chi deve andare al lavoro, dove il capo infame che ti fa perdere il posto senza pensare alle conseguenze: famiglia e le spese mediche e molte altre cose importanti a cui pensare. Tutto ciò per quale motivo? Per il ritardo del treno“. Infine Vincenzo, 57 anni, di Lomagna: “Ma com’è possibile che si possa confermare la guida in Regione a chi sta dando prova di mala gestione del servizio ferroviario? Arrivare in stazione stanchi da una giornata di lavoro e dover attendere due ore fermi come “oggetti dimenticati” è inaccettabile! Nessuno che si preoccupa dei pendolari”.