CALOLZIOCORTE – “Dobbiamo regolare dei conti, altrimenti ti apro come un capretto“. Una frase che sarebbe stata pronunciata da Peppino De Pasquale nel 2019 quando si sarebbe visto negare un prestito da 10mila euro.
Il 59enne di Calolziocorte, già condannato a 8 anni e 4 mesi per traffico illecito di rifiuti, era a processo per violenza privata ma gli sviluppi dell’ultima udienza hanno portato a formulare una accusa più pesante, quella di tentata estorsione.
I fatti il 10 marzo 2019: De Pasquale avrebbe chiesto ad un 36enne amico di suo nipote prestiti da 30 a 50 euro con cadenza settimanale, sostenendo di essere in difficoltà e di averne bisogno per andare avanti. Al rifiuto del più giovane, il pregiudicato avrebbe preso a mazzate la sua auto e, brandendo un coltello, minacciato la vittima di avergli negato un prestito da 10mila euro.
Sarà la corte presieduta da Enrico Manzi, a latere Giulia Barazzetta e Martina Beggio, a stabilire cosa sia successo esattamente quel giorno, nel frattempo le deposizioni e i documenti prodotti dal pubblico ministero Andrea Figoni hanno portato a riformulare il reato da violenza privata a tentata estorsione.