TAVOLA ROTONDA AL COE
PER DISCUTERE DI DIRITTO AL CIBO
E SOVRANITA’ ALIMENTARE

tavola3LECCO – “Avere sovranità alimentare significa poter scegliere autonomamente le strategie per procurarsi gli alimenti senza dover dipendere da altri e un paese che ce l’ha non ha nemmeno la libertà e non può riuscire a trovare la sua via di sviluppo” Claudia Sorlini, docente di agraria e coordinatrice del Comitato Scientifico Expo 2015, spiega così uno dei punti cardine alla base del “diritto al cibo”, concetto su cui ha ruotato la tavola rotonda che sì è tenuta ieri a Palazzo Falk di fronte a poche decine di persone.

Il fenomeno dell’ “accaparramento delle terre”, la concentrazione di potere nelle mani di pochi (come le lobby delle sementi), la non difesa delle biodiversità e gli sprechi alimentari nei processi di lavorazione e trasporto sono i temi che saranno portati all’attenzione durante l’Expo 2015 dalle numerose associazioni diventate partner non ufficiali di questa esposizione.

“Vogliamo portare la voce dei movimenti dei contadini e della società civile a Milano durante l’Expo – commenta Giosuè De Salvo in qualità di rappresentante di Expo dei Popoli – perché siamo convinti che la sovranità alimentare debba essere un nuovo paradigma di riferimento a livello mondiale”.

tavola1I docenti presenti alla tavola rotonda chiedono alle istituzioni di proporre anche per l’Italia un nuovo modello di sviluppo attento agli sprechi e più sostenibile da un punto di vista ambientale.

Pronta la risposta dell’onorevole Veronica Tentori, presente al dibattito, che dichiara: “Proprio nei giorni in cui l’Istat ci segnala una drastica tendenza al calo della spesa per consumi alimentari contestualmente si registra un notevole spreco alimentare, spreco contro il quale il mio gruppo sta presentando proprio in questi giorni una mozione in commissione Agricoltura”.

“C’è sicuramente una relazione profonda tra la crisi che stiamo vivendo e un modello di consumo massificato, standardizzato, quantitativo piuttosto che qualitativo – conclude la deputata -, ed è su questo che occorre intervenire per evitare di continuare a produrre diseguaglianza, che è tanto più grave quando si tratta di accesso al cibo e di una sana alimentazione”.