TARIFFE IDRICHE, I DUBBI
DEL COMITATO LECCHESE.
26 MILIONI “MAGGIORATI”?

LECCO – Gli abitanti della Provincia di Lecco ricevono bollette dell’acqua corrette o discriminatorie? Il Comitato Lecchese Acqua Pubblica e Beni Comuni avanza riserve circa la legittimità delle tariffe idriche in vigore nel territorio dal 2013.

ACQUA PUBBLICA CONFERENZAIn materia di regolazione del servizio idrico, il decreto ministeriale del 20 luglio 2012 stabilisce che venga approntato “un sistema tariffario equo, certo, trasparente, non discriminatorio”: questa la proposizione che il Comitato si è incaricato di verificare. A partire da una mole di dati forniti dall’ISTAT – non disponendo di quelli in possesso di Lario Reti Holding – è stato accuratamente studiato un sistema di analisi che avrebbe fatto emergere due “distorsioni“. In primo luogo, come argomenta la portavoce Tiziana Rinaldi, la tariffa agevolata è fissata a 18 metri cubi all’anno per utente domestico. Tale tariffa, secondo il Metodo Tariffario Idrico del dicembre 2013, dovrebbe tuttavia essere posta a 30 metri cubi annui. In secondo luogo, la conferenza dei Comuni dell’Ambito di Lecco avrebbe stabilito di calcolare l’ammontare della bolletta di ogni nucleo familiare – quanto alla tariffa agevolata – non in ragione del numero reale dei componenti del nucleo ma secondo la media provinciale, corrispondente per eccesso a tre individui.

ACQUA PUBBLICA CONFERENZA2Secondo Remo Valsecchi si tratterebbe di “una misura che colpisce in particolare le famiglie più numerose”: per ogni nucleo familiare viene infatti conteggiata come tariffa agevolata la medesima quantità di metri cubi d’acqua, ovvero 54. Le famiglie più numerose sarebbero quindi più facilmente esposte ad entrare nelle fasce di eccedenza di consumo.

Conseguenza diretta delle due “distorsioni” prese in esame è una maggiorazione delle bollette e il conseguente aumento dei ricavi dell’ente gestore. Secondo i calcoli riportati dal Comitato, la risultante dell’accumulo di tali maggiorazioni negli anni tra il 2013 ed il 2017 corrisponderebbe alla cifra di circa 26 milioni di euro.

L’azione del Comitato, sostenuta dal Movimento consumatori e dalla Rete consiglieri informati, è tesa non solo a “denunciare il fatto, evidenziare il problema e comunicarlo ai cittadini” ma anche a “progettare le modalità operative con cui ottenere il giusto rimborso”. Non si colloca tuttavia in una posizione semplicemente e riduttivamente polemica: marcato intendo dell’indagine è infatti quello di “aprire uno spazio di confronto” sia con Lario Reti Holding sia con i sindaci, responsabili di aver approvato i piani tariffari.

Ileana Noseda