Nome della via: Via Carlo Mauri.
Rione e posizione della via: Castello, collega corso Matteotti alla zona ex Seminario.
LECCO – Lecco, come venne definita da Alfredo Chiappori in un suo vecchio articolo, è sicuramente una città più montana che lacustre, e i suoi personaggi importanti sono legati più a questa sua caratterizzazione che a qualunque altra. Scalatori e alpinisti lecchesi si sono distinti in tutto il mondo con le loro imprese epiche portate a termine anche grazie alla fortuna di aver avuto natali in una palestra di roccia all’aperto. Il XIV episodio della nostra rubrica ‘Sulle Strade di Lecco’ è dedicato ad uno di questi importanti personaggi, conosciutissimo a Lecco e non solo: Carlo Mauri.
Una biografia che merita di essere conosciuta perché fu sicuramente uno degli alpinisti più attivi e più conosciuti del nostro territorio. Nato nel marzo del 1930 all’ombra del San Martino, entra presto il gruppo alpinistico dei “Ragni della Grignetta”, fondato nel 1946 da Giulio e Nino Bartesaghi, Franco Spreafico “Piccolo”, Gigino Amati, Emilio “topo” Ratti, a cui resta legato per tutta la vita, anche nelle solitarie salite che lo hanno reso immortale. Tra queste imprese, solo per citarne alcune, nel 1956 è nella Terra del Fuoco sul Monte Sarmiento; nel 1958 sale con la spedizione del CAI in vetta al Gasherbrum IV nel Karakorum; esplora l’Amazzonia, l’Oceania e l’Africa; nel 1968 partecipa alla spedizione al Polo Nord, mentre l’anno seguente a quella al Polo Sud; nei primi anni Settanta dimostra che la fattibilità di passare l’Oceano Atlantico con delle imbarcazioni di papiro con la spedizione RA II; nello stesso 1971 partecipa ad un tentativo di scalata dell’Everest che si rivela fallimentare e l’anno seguente segue le orme di Marco Polo e della via della Seta.
Carlo Mauri muore nel maggio dell’82 colpito da un infarto mentre sale la ferrata del pizzo d’Erna. Una leggenda, che ha vissuto innumerevoli avventure, rischiato la vita migliaia di volte, ma che alla fine il suo cuore di lecchese ha deciso di fermarsi sulle sue amate montagne, a cui probabilmente pensava sempre anche quando si trovava davanti ai giganti dell’Himalaya o alle cime delle Ande.
In via Carlo Mauri è oggi presente la palestra di arrampicata sportiva dei Ragni di Lecco. In quale altra via poteva trovarsi la casa dei Ragni se non in quella dedicata ad una delle loro leggende?
A.G.