SUELLO/SILEA COMPRA LA CAVA:
“COSÌ CHI L’HA SFRUTTATA
SI SBARAZZA DEI PROBLEMI.
E IL CONFLITTO DI INTERESSI?”

LECCO – L’ex Cava Alpetto diventerà un ‘parco solare’ per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. Secondo il Gruppo Difesa Natura di Suello, la notizia sorprendente è che sarà Silea (società interamente pubblica, partecipata dagli 87 Comuni della Provincia di Lecco) ad acquistare l’area e a realizzare questo parco solare.

“Ci sentiamo ‘cornuti e mazziati’ – dice il comunicato stampa del Gruppo Difesa Natura di Suello inviato al sindaco – Non entriamo nel merito tecnico del progetto. Anche se tutti siamo favorevoli all’implementazione di impianti industriali e civili di produzione di energie da fonti rinnovabili, citiamo solamente, senza addentrarci, alcuni aspetti critici quali: le possibili variazioni del microclima già modificato dalle pareti riflettenti della Cava e l’impatto che questa enorme opera potrebbe avere sull’ecosistema e sulla fauna, in particolare sugli uccelli rapaci e su altri animali selvatici che popolano questo territorio. Aspettiamo comunque con interesse di conoscere le ‘valutazioni di impatto paesaggistico‘ e magari anche quelle di impatto ambientale e di studio idrogeologico“.

“Vogliamo però ricordare che chi ha sfruttato la Miniera Alpetto – la Cementeria di Merone prima e la Holcim poi – ha scavato sulle pendici meridionali del Monte Cornizzolo per più di 60 anni lasciando una voragine, un fronte e una ferita di cava visibile da chilometri e chilometri, con pareti verticali non più rimarginabili e recuperabili e, a nostro modesto avviso, con rischi di frane e distacchi di materiale per i prossimi decenni – continua il comunicato – Il fatto quindi sorprendente e contradditorio è che ora la Holcim, con un ottimo affare aziendale, venda il fronte di cava e si sbarazzi di tutto il territorio devastato, territorio che avrebbe dovuto tenere mantenuto e sotto vigile controllo, a chi? A una società pubblica che rappresenta i comuni della Provincia di Lecco, cioè quello stesso territorio che ha subito a causa della Cava lo scempio che tutti possiamo vedere”.

“Scusateci, ma dire che ci sentiamo cornuti e mazziati ci sembra il minimo. Anziché pretendere che i responsabili del danno che vediamo risarciscano il territorio, i Comuni – tramite Silea – comprano pagando ingenti somme il fronte della ex cava e si accollano quindi anche l’onere futuro di mantenere un territorio irrimediabilmente rovinato e a rischio, sollevando la Holcim da qualsiasi futuro problema. Due piccoli interrogativi ci sorgono poi spontanei e ci piacerebbe che fossero i sindaci dei nostri Comuni a rispondere: se la realizzazione di questo ‘parco solare’ sarà un affare così vantaggioso, come mai non ci ha pensato la Holcim a realizzarlo in proprio? E poi: si è valutato il conflitto di interessi dell’ex presidente di Silea, che fino al 2013 era l’amministratore delegato della Holcim e che negli ultimi anni ha guidato proprio Silea nelle trattative? Non vorremmo che si arrivasse alla classica situazione italiana: fin quando si guadagna, guadagnano i privati, quando si perde o nascono i problemi, ci perde lo Stato. Cioè noi tutti”.