VALMADRERA – A Valmadrera è la tematica del momento. E così la giunta ha deciso di promuovere una serie di incontri con i cittadini per parlare delle problematiche del forno inceneritore. “L’indagine epidemiologica? L’ho chiesta appena eletta, per questo attendo i risultati, ma non sarà pronta prima della fine dell’anno” chiarisce Donatella Crippa Cesana, sindaco di Valmadrera. “Siamo tutti sulla stessa barca perché anche noi della giunta viviamo a Valmadrera e teniamo alla salute e alla pulizia dell’ambiente – precisa il primo cittadino – per questo abbiamo scelto di organizzare alcuni appuntamenti con chiunque voglia conoscere le problematiche intorno al forno inceneritore”.
Crippa non si nasconde. “Di per sé il teleriscaldamento ha dei vantaggi, in questo caso, però, se dovessi votare mi asterrei: con la raccolta differenziata stiamo cercando sempre di più di limitare i rifiuti da bruciare, quindi bisogna capire cosa si utilizzerebbe per mantenere il calore che dovrebbe servire alcune strutture nei comuni limitrofi”. Sullo studio epidemiologico, da medico, Crippa spiega che ci sono tempistiche da rispettare. “Non è così semplice – sottolinea –, e ora si stanno attendendo gli ultimi dati dal Comune di Lecco, poi potrà partire l’analisi. Sono a favore di questo studio, così come mi interessa quello breve. L’obiettivo è quello di avere i dati che siano, per quanto possibile, più vicini alla verità e che fotografino la salute delle persone negli ultimi 15 anni”.
L’assessore all’Ambiente Giampietro Tentori assicura che “non c’è il progetto di bruciare i rifiuti di altri territori, salvo quelli limitrofi per mutuo soccorso in caso di emergenza. Il nostro obiettivo – prosegue – è migliorare la raccolta differenziata, anche partendo da sensibilizzazione nelle scuole, per avere sempre meno rifiuti da bruciare al forno. Nel futuro potremmo avere bisogno solo di tre grandi impianti in tutta la regione, e non ci sarà quello di Valmadrera”.
Crippa riconosce che, se le tematiche di Silea sono un argomento clou, il merito è del Coordinamento lecchese rifiuti zero. “Grazie a loro se ne parla – afferma –, ma ho visto volantini dove i dati sono manipolati. Questa non è corretta informazione. È vero, noi riceviamo una somma di circa 600mila euro all’anno, su un bilancio tra i 13 e 14 milioni, ma non siamo dalla parte dell’azienda. Se si decidesse di bruciare i rifiuti da un’altra parte saremmo contenti”.
In ogni caso nelle prossime settimane saranno organizzati incontri pubblici sullo studio epidemiologico e sul teleriscaldamento. “Ho parlato con l’Ats e ho chiesto di organizzarne uno entro la fine di gennaio. Loro sono disponibili”.
F.L.