STORIE DELLA LINGUA ITALIANA:
PRANOTERAPIA CONTRO OGNI MALE

mose_piaghe_egitto_9Settimana scorsa abbiamo visto come spargere il sale sulle piaghe non occorre a debellarne le ferite, quanto piuttosto ad enfatizzarle nel tripudio al dolore.

Le piaghe, quelle d’Egitto, erano dieci: si passava dalla tramutazione dell’acqua in sangue; l’invasione delle rane, delle zanzare, delle mosche; la morìa del bestiame, le ulcere, la pioggia di fuoco, l’invasione delle cavallette, le tenebre e infine la morte dei primogeniti maschi.

Se spargere il sale non funziona, forse si potrebbe tentare mettendo il dito nella piaga o rigirando il coltello nella piaga, sia mai che così facendo riuscissimo a bloccare la tramutazione dell’acqua in sangue, convertendola in vino, in modo da utilizzare poi il coltello per il tagliere di salumi in accompagnamento.

35815479-il-principe-rana-cartone-animato-archivio-fotograficoPer l’invasione di rane, il concetto potrebbe tramutarsi: ora non occorrerà più baciare il rospo per tramutarlo in principe, ma basterà il tocco di un dito, quindi niente più limoni ma tante palpatine tra rettili e umani, questo porterebbe al prolificarsi di principi in circolazione, rassicurati dal minore disgusto provocato nelle zitelle da un tocco piuttosto che da un mix di saliva. Quindi così verrà estirpata l’invasione di rane, convertita in incursione di uomini. Per le zanzare, anziché il Raid anti-zanzare, o le lampade devolute al loro sterminio ad intermittenza, basterà semplicemente il tocco umano per innescare nelle povere bestioline la vostra di suicidarsi. Si sa, gli animali possono accettare tutto fuorché essere bestie come l’uomo. Lo stesso per le mosche e le cavallette.

La morìa del bestiame sarà cosa più difficile da debellare. In questo caso il tocco, ambiguo e sconsiderato, di molti allevatori single e su di giri, potrebbe averle spinte alla depressione, inoltre il continuo e degradante paragone con le vacche urbane deve averle inorridite, tanto da auto-candidarsi per il macello.

Se le bestie, nonostante il continuo paragonarle agli umani peggio conformi all’apprezzamento sociale, sono sopravvissute comunque, chi più, chi meno; lo stesso non si può dire per gli esseri umani, sempre più vittime della propria mobilità sociale. A furia di spargere il sale sulle croste ancora aperte, si dissemina il panico non solo negli ipocondriaci ma anche in coloro i quali sono protagonisti di erosioni circoscritte dei tessuti di rivestimento esterni o interni che non tendono a cicatrizzarsi, bensì ad allargarsi e incavarsi, ossia ulcere.

Non sono solo i figli con lo stress procurato ai genitori a farvi venire l’ulcera; non è nemmeno tutta colpa dello stress o della dieta malsana; basta incolpare l’alcool e le serate di eccessi. Ciò che conta non è il colpevole, ma la cura. Lasciamo stare per un attimo Battiato, la cura all’ulcera sta nel tocco: massaggi alle vie gastriche, tastamenti lungo l’epiglottide e colpetti lungo il duodeno. Anche le ulcere eliminate.

Tenebre e pioggia di fuoco sembrano già annientarsi a vicenda. Quindi tanto vale spuntare queste due dalla lista dei pro del metodo curativo pranoterapeutico.

16-pranoterapiaCome rimediare alla morte dei primogeniti maschi? Anzitutto, valutando anche gli aspetti positivi che avrebbe una primogenita femmina: anziché fratelli – cani da guardia al cospetto delle sorelline minori, avremmo sorelle libertine e felici; anziché continuare col tabù nel dialogo tra fratello e sorella, ci si butterebbe in vere e proprie confessioni e sedute di manicure insieme; infine ciò produrrebbe una rivalsa maggiore del gentil sesso. Ma, a parte la preferenza su quale figlio avere prima, ora sarà possibile col solo tocco della mano intuire il sesso del feto, rimbalzando la palla al mittente qualora fosse femmina, oppure prodigandosi nelle migliori cure, qualora fosse maschio.

caravaggioDunque, c’è una soluzione a tutto. La mano. E non quella di Federica, ma quella di chiunque si adoperi alla pranoterapia, ossia è una pratica di medicina alternativa che consiste nell’imposizione delle mani in corrispondenza della parte malata allo scopo di permettere il passaggio di prana (un supposto “soffio vitale”) tra il corpo dell’operatore e quello del paziente. Mettere il dito, o la mano tutta, nella piaga significa quindi trovare il soffio vitale per risolvere il problema in questione. Certo tutto ciò può apparire in un certo senso mistico, un po’ come vedere Icardi e la curva Nord fare serata insieme, o Iannone farsi una partita a briscola con De Martino; ma non stiamo parlando di miracoli in pieno regime Wanna Marchi, bensì di una forma di medicina.

Quindi sì, la pranoterapia è una medicina alternativa, sì ha dei benefici, ma no, non elimina le piaghe né d’Egitto, né epidermiche, né in generale le dita o i coltelli o il sale possono limitarle o addirittura guarirle, ma tutti e tre accrescono il dolore, rendendolo insopportabile.

Mettere il dito nella piaga, o rigirare il coltello nella piaga, alludono entrambi alla sensazione di disagio nel ribadire una situazione imbarazzante vissuta o un dolore non ancora superato. 

Martina Panzeri

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