LECCO – In tema festività natalizie, impossibile non parlare di brindisi e dell’ingente capacità dell’essere umano di bersi quantità smisurate di alcol in presenza di parenti, restando apparentemente sobri. Oggi vediamo il caso di un attore, non noto per la sua discrezione in quanto al consumo di alcolici.
Massimo Ceccherini, attore comico toscano e noto anche per il suo palato raffinato in fatto di vino e prelibatezze alcoliche, sarà la nostra guida attraverso la storia della storpiatura del modo di dire che analizzeremo oggi.
Il comico non se la passa molto bene, il mondo dello showbiz ti risucchia senza pietà e ti abbandona quando meno te l’aspetti. Non ci sono più i cinepanettoni di una volta e la gente si accontenta dello streaming online, anziché pagare per il cinema.
Massimo, celebre degustatore del nettare di Bacco, decide di chiedere asilo in un’azienda vinicola della Maremma toscana e offre i suoi servizi in cambio di vitto e alloggio. Indaffarato nelle attività di vendemmia, cerca di non pensare a quanto vorrebbe deliziarsi dei frutti della sua raccolta. L’intento di raccolta degli acini cede il passo alla raccolta di sé, aspetto andato perduto negli ultimi tempi. Massimo sta iniziando a riascoltare sé stesso e le proprie esigenze.
Vite dopo vite, la disperazione inizia a farsi sentire, la voglia di degustarne gli acini fermentati e ingerire quel succulento aroma speziato e alcolico, in grado di annullare ogni dramma per qualche momento di ebbra spensieratezza. Ovviamente Ceccherini non può incorrere in un furtarello nelle cantine del padrone, così decide di fare l’agresto, prelevando l’uva acerba per poi estrarne un vino agro, della cui provenienza non si sarebbe rammaricato il vecchio padrone.
Lo scenario prende forma, Massimo e alcuni suoi amici contadini settimana dopo settimana, iniziano a prelevare di nascosto alcuni frutti proibiti, troppo poco maturi perché qualcuno potesse interessarsene, li calpestano, fanno sì che fermentino e ne detraggono un agresto, tutto per loro.
Purtroppo Massimo, avido di quella prelibatezza, decide di prelevare quel vino tutto in una notte e fuggire insieme al ricco bottino. Decide così di fare la cresta, e appropriarsi di quanto non gli era dovuto.
Scappò e decise di ritornare sul maxischermo in occasione della proposta di Pieraccioni per il nuovo cinepanettone natalizio, si sa, i backstage pullulano di buffet a base alcolica e non solo… Ora Massimo ha interrotto la sua carriera di fake vinicoltore, per deliziarci della sua nota comicità nella raffigurazione delle arti cinematografiche, qui potrà fare la cresta, approfittando di qualche banchetto qua e là.
(NB “fare la cresta” è la tramutazione morfologica data dalla tramandazione linguistica orale della massima “fare l’agresto”)
Martina Panzeri
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