Riprendiamo anche questa settimana con la storia di Renzo e Lucia e le vicissitudini che hanno reso impegnativo il loro convolare a nozze.
Lucia, dopo aver preso i voti, viene raggiunta da Renzo al Lazzaretto e i due riescono a deviare le proibizioni legate al loro matrimonio. Manca ancora un ultimo step. L’abito da sposa.
‘Abito da sposa cercasi’, ‘Chi veste la sposa’, ‘Matrimonio da favola’ e ‘Non ditelo alla sposa’ dimostrano quanto la scelta dell’abito giusto sia imprescindibile per la buona riuscita della cerimonia. Lucia si affanna per la ricerca e, non avendo a disposizione l’Enzo Miccio nazionale, viene aiutata da Fra Cristoforo, celebre per la propria passione per il fashion design.
Tra pizzi e merletti, Fra Cristoforo indice una battaglia a colpi di chiffon. Il velo giusto e il diadema per adornare il viso, senza dimenticare le scarpe. I tempi stringono e la scelta diventa ardua. Mentre Lucia si occupa del rinfresco e delle bomboniere, il frate si imbatte nell’atelier giusto e, senza farne parola con la sua cliente, decide di modificare l’abito prescelto, per renderlo in linea con le richieste imposte del panorama stilistico e dal mercato del momento.
Lucia teme qualche colpo di testa di Fra Cristoforo, ma viene rassicurata dal suo grido “ma come ti vesti???” e decide di riporre la massima fiducia nello stilista ecclesiastico. L’abito, si sa, lo fa il monaco.
Il giorno delle nozze però, dopo trucco e parrucco, al momento di indossare l’abito, Lucia nota con disappunto le modifiche eccessive apposte dal frate. Swarovski per tutta la lunghezza dell’abito, scollatura provocante a v e scollatura lungo tutta la schiena non possono che infangare l’immagine della casta Lucia.
Una volta saputo lo scontento di Lucia, il frate si inacidisce, sconvolto dalla mancanza di gusto della Mondella e decide di non celebrare le nozze. E non furono tutti felici e contenti.
Alessandro Manzoni è pioniere della lingua italiana e a lui dobbiamo la coniazione di questo modo di dire, ma non ci riferiamo a quanto sopracitato, bensì il proverbio espresso dal Manzoni afferma che ‘l’abito non fa il monaco’. Non parliamo quindi di Fra Cristoforo che è abilitato alla sartoria e all’industria del fashion in quanto Padre, bensì della circostanza che invita a diffidare delle prime impressioni.
Nel diciannovesimo capitolo, Manzoni, rivolgendosi al Padre che aveva difeso Fra Cristoforo e “la gloria dell’abito”, capace di far sì “che un uomo, il quale al secolo ha potuto far dir di sé, con questo indosso diventi un altro”, risponde: “Vorrei crederlo; ma alle volte, come dice il proverbio…l’abito non fa il monaco”.
Nel romanzo manzoniano Fra Cristoforo non rappresenta l’ostacolatore del matrimonio, bensì colui che conferirà a Lucia l’illegittimità dei voti, rendendola sposa di Renzo. Occorre quindi, anche nel raccontare una storia, tenere a mente che l’abito non fa il monaco. Con ciò si intende che non bisogna limitarsi alla prima impressione e giudicare le persone all’apparenza.
Martina Panzeri
> Leggi qui le altre Storie della Lingua Italiana