Con la somma urgenza la prima vittima è la trasparenza
Cosa sta succedendo a Palazzo Bovara? A Palazzo questi sono mesi di subbuglio!! Prima la riorganizzazione ha portato sconcerto e collocato dipendenti in posizioni di vertice per scelta politica superiore alla valutazione del fatto, se siano o meno adeguatamente preparati. Si sa ogni scelta sul personale che viene da sinistra è insindacabile, ma a sorpresa Ciò ha prodotto un esposto corposo delle associazioni Sindacali CGIL, CISL , UIL e del coordinamento RSU Interno.
Le scelte politiche e amministrative sono soggette a regole stringenti, contestabili ma cogenti e non basta avere la maggioranza ed elargire benedizioni politiche/amministrative interne per stabilire ciò che è giusto e corretto e far passare in sordina provvedimenti discutibili di cui è dovere dei consiglieri comunali tutti verificare la legittimità.
Palazzi pericolosi, bisogna intervenire con urgenza
Come il Natale anche l’estate non è più un periodo tranquillo; infatti se a Natale l’evento eccezionale è stato il problema strutturale dei palazzi comunali , l’evento eccezionale estivo riguarda l’energia elettrica, non dovuta ai fulmini dei temporali di stagione, ma agli impianti di alcuni Palazzi comunali che sono “ritengo di aver capito ” pericolosi, cosi pericolosi da dover essere sostituiti con urgenza, “pardon” Somma Urgenza.
Ma essendo ancora consigliere comunale, probabilmente in seguito ad una folgorazione occorsa frequentando Palazzo Bovara ho ritenuto mio dovere, conoscere di più, su quanto occorso ai nostri palazzi, quindi in data 12 agosto 2016 è stato presentato un accesso agli atti prodromico alla presentazione, nei prossimi giorni di una interrogazione,per chiedere risposte precise alle ultima delle procedure di Somma Urgenza attuate dal Comune di Lecco. È già stato richiesto anche l’ invio della documentazione con relativo interpello all’ANAC.
Il perché della acquisizione di informazioni:
Riteniamo di dover aver lumi sulla vicenda; in quanto la procedura in attuazione detta di Somma urgenza, disciplinata dal codice degli appalti all’articolo 163, ha dei limiti nella Sua applicazione definiti dalla norma stessa. Questa procedura “speciale” consente di by passare tutti gli obblighi di legge e pubblicità degli appalti, consentendo l’affidamento diretto di progettazione e realizzazione di quelle opere o solo quelle opere necessaria a eliminare ciò che reca pregiudizio alla pubblica incolumità. Le procedure ordinarie e di Legge ( il più importante è il codice degli appalti ) prevedono tre livelli di progettazione tecnica e finanziaria, numerosi mesi per la predisposizione della documentazione, validazione dei progetti ecc…poi la pubblicazione e l’ assegnazione dei lavori. Sono certamente procedure lente e defatiganti che ad ogni passo possono creare difficoltà e rimandare alla casella iniziale come il gioco dell’ oca, ma l’ obiettivo della Legge è la trasparenza economicità, efficienza ed efficacia e non la velocità. Appare poi singolare la Ciliegina sulla torta, si invita Cantone alla conferenza, in ossequio alla trasparenza poi non si seguono le procedure ordinarie che la legge impone.
Risorse per le opere pubbliche: Dopo anni di bilancio magro per i lavori pubblici e quindi per la programmazione e effettuazione dei lavori di controllo e manutenzione degli edifici comunali, ora le risorse economiche sono comparse, crediamo per far felice i responsabili politico amministrativi del nuovo corso, che devono dimostrare di sapere fare qualcosa. Si specifica che il bilancio è magro sia per “le briglie del patto di stabilità”, che è solo un tetto di spesa; in sostanza lo Stato italiano dice al Comune quanti soldi può spendere ma non come. Soprattutto negli ultimi anni la scelta dell’ amministrazione comunale è stata di spendere in altri settori comunali le risorse economiche, negando al settore opere pubbliche quanto necessario. Quindi è vero che per molto tempo anche per scelta governativa, le risorse economiche sono state negate ai Lavori Pubblici, quanto è vero che la Giunta Brivio PD-Appello per Lecco ha storicamente “ormai” prediletto la spesa corrente, soprattutto quella in campo pubblico privato sociale, penalizzando la manutenzione degli edifici comunali.
Tra il 1993 ed il 2009 le amministrazioni comunali hanno investito miliardi di lire (o milioni di euro) e ristrutturato e messo a norma tutti gli edifici scolastici cittadini, costruendone anche di nuovi , la Giunta Brivio ha dovuto attendere …”l’incidente” delle Tommaso Grossi per intervenire su una scuola cittadina. In sintesi è noto che da almeno 14 anni il patto di stabilità sta strozzando le capacità se non gli obblighi di intervento delle amministrazioni comunali anche nella manutenzione dei beni ed edifici di primario servizio per il comune e per i cittadini. Ma se si ritiene che la situazione sia insostenibile non è necessario attendere l’urgenza, basta programmare l’uscita per una anno dal patto di stabilità, come il Comune di Lecco fece già nel 2005, non è un reato ! Uscendo dal Patto si potrebbero, spendere quelle ingenti risorse economiche che il Comune di Lecco ha, rispettando le tempistiche ordinarie di regole e programmazione ordinaria del codice degli appalti. In questo periodo pare che la procedura di Somma Urgenza sia diventata la normalità e la somma urgenza non può essere la normalità.
Basta riportare in stralcio la definizione che ne da la legge, ovvero: “calamita’ naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari” per costituire circostanza di somma urgenza. In conclusione viene anche da osservare, che il continuo ricorrere alla somma urgenza, richieda un immediata revisione delle scelte politiche amministrative, su dove e come spendere le risorse economiche; in quanto anche per i citati problemi di finanza pubblica per anni non sono state destinate le risorse necessarie. E si deve anche ricordare, che l’unico Palazzo ad uffici comunale di rilevanti dimensioni e di recente costruzione, ovvero il palazzo di corso Promessi Sposi è stato venduto, per i pochi soldi, riconosciuti congrui, ad altro ente pubblico, proprio dalla prima Giunta Brivio. Questo Palazzo avrebbe potuto svolgere la funzione di polmone edilizio logistico per localizzare quegli uffici la cui sede era interessata da lavori di ammodernamento e messa a norma.
Conoscere per deliberare: Solo pochi mesi fa, fine anno 2015, è stata attivata la Somma Urgenza per intervenire con opere in seguito le verifiche delle strutture portanti dei palazzi del Comune di Lecco tra i quali il Teatro e la sede di piazza Sassi, nei giorni scorsi una nuova procedura di Somma Urgenza che prevede, al di fuori delle procedure ordinarie, con procedura senza gara per la fasi di progettazione e realizzazione l’affidamento dei lavori, e pare il rifacimento di tutti gli impianti elettrici di questi palazzi comunali: la sede del comune Palazzo Bovara, la sede della Polizia Locale ed degli uffici di assessorati quale i servizio sociali Palazzo di Via Sassi, Villa Gomes, Palazzo Belgioioso Villa Manzoni per un importo presumibile di centinaia di migliaia di euro di lavori.
Preso atto di quanto deciso, come consiglieri, dobbiamo acquisire i dati e le conoscenze necessarie, formulando tra le altre queste domande:
– quanti edifici sono interessati al provvedimento?
– qual costo si prevede per questa procedura di Somma Urgenza?
– gli impianti di questi edifici saranno totalmente sostituiti o lo saranno solo parzialmente per le parti ammalorate o pericolose?
– in primo luogo capire quando e quale evento si è verificato
– dopo quanto tempo è stata adottata la procedure di somma urgenza.
“Le motivazioni, che certamente saranno presentate nei documenti comunali che esplichino di che particolare gravità ………… per intensità ed estensione, debba essere fronteggiata con mezzi e poteri straordinari” ; insomma quali circostanze hanno indotto i responsabili in piena scienza e coscienza a definire la necessità di intervenire con la procedura straordinaria di somma urgenza. Viene anche da chiedersi come un fenomeno di carattere eccezionale possa essere diffuso in ogni angolo di tutti i palazzi comunali interessati dal provvedimento.
Di seguito è necessario per me e il mio gruppo capire e conoscere quando si è verificato l’evento eccezionale, se l’impianto o gli impianti erano particolarmente sollecitati nel momento in cui si sono verificati gli eventi, se era in corso un uso ordinario o anomalo dell’ impianto.
Altra domanda è “Se dal momento del primo evento risultano intervenuti altri disservizi degni di nota sugli impianti elettrici e quali?”
– Quali sono stati gli atti posti in essere dai responsabili nell’immediatezza per prevenire il rischio ed il pericolo per la incolumità del personale dipendente del Comune e del pubblico, in ossequio alla legge 81/2208 s.m.i. oltre alle altre norme in materia;
– quali edifici o parte siano stati dichiarati inagibili e per quanto tempo e dopo quali interventi provvisionali, siano stati riaperti;
– se sono state fornite indicazioni per limitare il carico all’impianto elettrico,nel caso sia stato rilevato l’imminente pericolo che la Somma Urgenza richiede per essere attivata e se compatibile con la situazione rilevata al fine di non interrompere il pubblico servizio;
– si ritiene che nella sede di Palazzo Bovara sia stato necessario e imprescindibile quantomeno limitare o sospendere l’utilizzo, ad esempio dei condizionatori elettrici, con una comunicazione formale, – verificare con che atti e come si è provveduto informare il personale, adeguare i piani di sicurezza per renderli coerenti con la situazione rilevata, inizialmente anche con una semplice comunicazione, immediatamente dopo, con le precauzioni da adottarsi in situazione ordinarie e in eventuali situazioni di emergenza.
– Acclarare se i tecnici esterni incaricati di effettuare i rilievi, che hanno aperto le scatole di derivazione per il controllo degli impianti nelle scorse settimane, hanno o non hanno evidentemente ravvisato il sospetto di un pericolo imminente e senza indugio hanno segnalato ai responsabili comunali e nel caso quali azioni hanno adottato a loro volta, I responsabili comunali per agire con immediatezza, impartendo le indicazioni del caso a tutto il personale, al fine di salvaguardare la loro incolumità.
O se al contrario si è ritenuto e di procedere con tutte le verifiche nei vari palazzi comunali, di utilizzare il tempo necessario per ultimarle, scrivere le relazioni il tutto senza prendere nel frattempo alcun provvedimento a tutela della sicurezza e dell’incolumità di personale e pubblico. Ovvero quale scelta è stata operata e perché? Inoltre tale presunta potenziale situazione di imminente pericolo, come si concilia con i tempi tecnici che saranno necessari per realizzare i lavori?
È evidente che il fattore tempo, cosi come le limitazioni imposte all’uso degli impianti “pericolosi”, tutto ciò è determinante ; in quanto tale procedura di Somma Urgenza per definizione consente di non ricorrere alle procedure rituali in quanto l’eccezionalità dell’episodio rilevato deve consentire – con immediatezza e senza indugio alcuno – alla rimozione del pericolo: le regole della burocrazia in casi eccezionali (e solo in casi eccezionali, regolamentati dalla legge) in questi casi non devono essere osservate.
In sintesi queste domande sembrano speciose, ma sono solo alcune di quelle che devono ottenere risposta che certamente otterranno; in quanto con la procedura di Somma Urgenza vengono meno tutte le garanzie della pubblicità e della trasparenza, non si ha modo di mettere a gara i progetti e lavori per fare in modo che il libero mercato stabilisca il prezzo più congruo. Era noto che gli impianti elettrici dei vetusti palazzi non fossero a norma. Da anni, come riportato sui documenti ufficiali. Ma come per tutti i lavori di una certa entità, le procedure prevedono che i lavori vengano prima programmati, poi progettati e successivamente realizzati nel rispetto delle procedure pubbliche. Quindi ci si chiede se l’ estensione della somma urgenza non potesse essere limitata e utilizzata solo per porre rimedio a situazioni circoscritte al fatto in sé, nel caso non si poteva limitarsi a sostituire , a titolo esemplificativo la linea che la alimentava?
Con questi interventi gli edifici sono a norma?
Sembra un discorso, puntiglioso e non pratico, ma la prima domanda che sovviene è se dopo gli interventi di somma urgenza dicembre e questo intervento i palazzi interessati saranno a norma, in tutti gli aspetti e gli standard richiesti. La risposta sarà deludente…. ma è no!!! Quindi molte cose depongono a disegnare una realtà di intervento spot e non organico. Come già affermato, lo stato precario di quegli immobili era noto da tempo e già durante il precedente mandato il personale comunale aveva manifestato il proprio disappunto verso l’amministrazione, conscia della situazione: le due recenti fasi dei lavori (entrambe in Somma Urgenza) voluti dalla nuova Amministrazione del Comune, non consentiranno di avere edifici comunque agibili per la mancanza di altri indispensabili requisiti tecnici, dopo aver speso in pochi mesi centinaia di migliaia di euro (si presume ben oltre il milione) e senza che siano noti e definiti i passi successivi; insomma questi sono interventi tampone e non risolutivi, quindi è nostro diretto e dovere domandarci e accertare se era necessario agire su questi edifici con questa procedura.
Per essere più chiari, il comune di Lecco non sembra essere stato totalmente inerte anzi anche a seguito della nuova classificazione sismica del territorio comunale e’ ancora attivo un incarico affidato a un importante studio di ingegneria nel 2014 con procedura pubblica (Commissione tecnica con ingegneri nominati dall’Ordine degli ingegneri della Provincia di Lecco) che non si è ancora concluso. I palazzi comunali pare non abbiano ancora i requisiti statici per adempiere alla funzione alla quale cui sono destinati e dopo i lavori sugli impianti elettrici di cui al provvedimento di Somma Urgenza, altri ne dovranno seguire.
È evidente la carenza di un progetto complessivo; in quanto allo stato non è noto sapere il livello di fattibilità tecnica ed economica di eventuali interventi necessari sulle strutture portanti degli edifici, per renderli adeguati agli standard. Non so a quanti sia noto che gli uffici comunali sono ritenuti strategici in caso di calamità quali i terremoti , ovvero dovranno resistere ai terremoti ed in condizioni di piena efficienza per essere i punti logistici nevralgici dei soccorsi. Quindi i nostri palazzi comunali con quali interventi strutturali e con quali costi potranno divenire antisismici per rispondere a tali esigenze? Quali sono i risultati dopo mesi di indagini da parte della commissione tecnica? Quali lavori dovranno essere eseguiti per raggiungere tale adeguato standard? Così come sono ora, quindi senza ulteriori interventi di carattere strutturale, non agibili sono e tali resteranno nonostante gli interventi in somma urgenza senza la trasparenza che gli interventi ordinari richiedono.
I costi discendenti da questa procedura SPECIALE?
Di seguito vedremo anche altri costi sommersi emergenti da un metodo di lavoro,definibile “obbligato per lo Stato di Somma Urgenza” ma certamente di dubbia efficienza, economicità ed efficacia. Per quanto riguarda i costi è vero che non ci sono controprove, ma la messa a gara secondo le procedure del codice appalti a mio parere garantisce un risparmio, nei confronti del metodo di affidamento diretto.
Ad esempio Si vada a verificare con quali sconti sono stati aggiudicati i lavori messi a gara dal Comune lo scorso dicembre. Il 20/30% potenziale di sconto che hanno fatto registrare le ultime aggiudicazioni, sono possibili anche per i lavori in argomento, considerata la stagnazione del mercato del lavoro in edilizia. Con l’attivazione della procedura di Somma Urgenza può essere considerata un’opportunità mancata. Un potenziale e inutile dispendio di denaro pubblico.
I lavori su gli impianti elettrici sono coerenti con i progetti già approvati e finanziati ma non appaltati dall’amministrazione comunale. il caso Villa Manzoni
Un’altra domanda che sovviene è se quanto previsto in somma urgenza sia coerente con i progetti esecutivi già approvati dall’amministrazione comunale, ovvero se tutte le opere eseguite ed costi relativi saranno o sono un anticipo poi riutilizzabile? Sembra una domanda stupida ma il dubbio esiste e deve essere chiarito. Prendiamo ad esempio Villa Manzoni vi è già un progetto esecutivo finanziato dal 2005 di un valore prossimo ai 2.500.000 di euro (mai appaltato nonostante a Villa Manzoni siano state revocate della autorizzazioni regionali ormai da due anni per la mancanza di requisiti tecnici) che prevede la messa a norma dell’edificio: ora, con questo affidamento in Somma Urgenza si avrà Villa Manzoni con il nuovo impianto elettrico senza che queste opere siano state precedute dai lavori previsti dal progetto è autorizzato dalla Soprintendenza?
A mia memoria il progetto esecutivo approvato nell’anno 2005 prevede un diverso utilizzo di numerosi spazi e l’esecuzione di opere edili per adeguare detti spazi alle nuove mutate esigenze d’uso, la sovrapposizione del progetto della Somma Urgenza riferito ai soli impianti elettrici non ne può tener conto? Un’altra affermazione che diventa domanda. In caso non tenga conto di quanto previsto dal progetto è lecito e doveroso chiedersi che senso possa avere spendere pubblici denari per lavori che dovranno necessariamente essere modificati se non rimossi a breve per quanto previsto dal progetto di ristrutturazione già autorizzato da tutti gli enti competenti? Il restauro di Villa Manzoni è ancora una priorità dell’amministrazione? Se si, si procederà tra pochi mesi a demolire ciò che ora si andrà ora a realizzare con la somma urgenza?
È possibile riportare a nuova vita i palazzi comunali?
Come già detto agire seguendo le regole canoniche del codice degli appalti è un lavoro lungo e defatigante, ma non impossibile , basta porre come esempio l’ultima opera di una innegabile rilevanza realizzata su edifici storici di proprietà comunale (palazzo delle Paure in Piazza XX settembre) era stata avviata e sostanzialmente conclusa nel corso delle giunte precedente all’era dell’amministrazione Brivio (o Brivio/Valsecchi). Con un investimento di circa 1.000 €/mq il Palazzo delle Paure ha avuto un rilancio e una nuova vita: creando prima i presupposti e poi realizzando un intervento non improvvisato, valorizzando un patrimonio pubblico importante della città con un investimento che durerà nel tempo. Lecco e Lombardia “colonie per lo sfruttamento fiscale”!!
Un ultima nota reale, la Lombardia ogni da a Roma 54 miliardi di euro in più di quanto riceve si chiama residuo fiscale. La città di Lecco si stima abbia un residuo fiscale di almeno 225 milioni di euro, ovvero dà allo Stato solo con l’irpef questa cifra; in più di quanto viene restituito. Nell’ultima variazione di bilancio i trasferimenti correnti da amministrazioni centrali (Stato) e locali ammontano a solo 13,5 milioni di euro previsti in diminuzione per il 2018 a poco meno di 11 milioni di euro. Quindi lo stato restituisce ai lecchesi poco meno del 6% di quanto i lecchesi versano allo Stato.
Lecco e la Lombardia continuano ad essere una colonia ove operare il saccheggio fiscale delle popolazioni di ogni colore e razza che qui vivono e lavorano. Lo Stato Italiano non solo priva ogni anno la città delle risorse fiscali che genera per spenderle altrove ma ora con il patto di stabilità vieta al comune di spendere i suoi soldi per mantenere in efficienza e sicurezza edifici di importanza strategica. Per fare un esempio su iniziativa parlamentare della Lega Nord senatore Paolo Arrigoni, nell’autunno 2013 si cercò di inserire in un elenco nazionale Villa Manzoni di Lecco, come sito culturale la cui ristrutturazione era strategica per consentire al comune di Lecco di spendere i suoi soldi al fine di realizzare il progetto di cui sopra, senza che le spese fossero conteggiate nel patto di Stabilità.
Naturalmente Villa Manzoni venne esclusa a vantaggio di altri siti ad altre Italiche latitudini. Lascio a Voi immaginare qual Fu il voto dei parlamentari Lecchesi PD.
Stefano Parolari
consigliere comunale Lega Nord