LECCO – Siamo alla terza puntata della nostra nuova rubrica dedicata al complicato mondo dei famosi “social network” e soprattutto ai personaggi che popolano i vari Facebook, Twitter e via socializzando. Dopo il fantastico esordio sul contestatore (leggi l’articolo) ed al gustoso profilo dell’ “amico immaginario“, eccoci ad una tipologia più pericolosa di frequentatore della Rete – ben noto a tanti di noi “normali”: lo iettatore, ben descritto ancora una volta dalla nostra esperta Basil.
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Lo iettatore (Quassator Panicantis)
Segni particolari: si inserisce casualmente in discussioni dei generi più disparati e inoltra inquietanti post che parlano di misteriose uccisioni e morti violente, che a suo dire si ripeteranno nella vita degli utenti web se a loro volta non condivideranno cotali iettature.
Distribuzione: su qualsiasi pagina, con le modalità del morbo zombie: una volta che il suo tetro messaggio apparirà su una qualsiasi pagina, decine di altri esemplari verranno indotti, probabilmente per un irrazionale attacco di superstizione, a diventare a lora volta dei quassator.
Stile di vita e habitat: occorre a questo punto distinguere tra il q.p generator e il q.p. Replicans.Il q.generator, ovvero il misterioso esemplare che avvia la catena iettatoria, potrebbe anche essere un appassionato di racconti horror e pellicole da brividi, ma molto più verosimilmente è qualcuno che si diverte perfidamente ad insinuare una subdola vena di inquietudine negli altri. É il tipo di esemplare capace di usare il cellulare da uno sgabuzzino, per chiamare sul telefono di casa il fratello di dieci anni che ha appena finito di vedere ”The ring”, divertendosi sadicamente nello sbirciare l’istantaneo smarrimento e terrore apparsi sul volto di lui. Crea ad arte questi messaggi inquietanti, a volte vere opere d’arte in cui un racconto apparentemente normale volge di colpo ad un epilogo splatter, concludendoli con un messaggio iettatorio a cui il q.p replicans, sua preda preferita, non riesce a resistere. Il q.p generator può anche ricorrere alla variabile “socialmente utile”, diffondendo falsi allarmi, opportunamente pseudocertificati,su fantomatiche nuove strategie di furto inventate da scaltrissimi ladri, sulla diffusione di misteriose e inquietanti epidemie taciute dai mezzi di informazione o sulla preparazione di complotti fantasma ai danni di chi riceve il messaggio. Poco importa se il contenuto di questi messaggi sia palesemente slegato da ogni parvenza logica, il q.p.replicans, pungolato ancora una volta nella sua parte ansiogena e con in più la sensazione di avere un’importantissimo compito sociale, riempirà impunemente profili e contatti con questi messaggi.
Interazioni con altre specie: il q. panicantis non interagisce interattivamente con altre specie. Con algida indifferenza si insinua nelle discussioni più disparate e vi deposita la sua storiella horror, dopodichè scompare. Questo pur quasi ineffabile contegno ottiene spesso lo scombussolamento totale della discussione in corso, un po’ perchè qualche esemplare di altre specie inizia a lanciare insulti al suo indirizzo, ma soprattutto perchè svariati esemplari particolarmente superstiziosi inizieranno a loro volta a copiare la iettatura, rendendo di fatto impossibile continuare la discussione,che tra Samare e Corinne varie finirà il più delle volte cancellata dagli amministratori del sito.
Salvaguardia della specie: sia il q.p.generator che i replicans potrebbero andare incontro a facile estinzione semplicemente ignorando i messaggi da loro inviati. Ma il q.p generator è dotato di una buona dose di acume che lo porta sempre a sopravvivere nella giungla del web, facendo leva sui punti deboli degli altri esemplari. I replicans sono dotati sicuramente di buona volontà di salvaguardarsi e/o salvaguardare altri da pericoli, ma il loro lato più impulsivo li rende facili prede: questa specie potrebbe godere di interazioni più interessanti rispetto alla compulsiva condivisione di messaggi insensati.Nel caso delle iettature, un messaggio insensato che va a intralciare una discussione attira sicuaramente più malevolenza che una pseudomaledizione, mentre nel caso dei messaggi “socialmente utili”, fare almeno una capatina in qualche motore di ricerca, per verificare le notizie diffuse, può migliorare molto l’attendibilità delle notizie che condividiamo (e l’attendibilità che gli altri ci attribuiranno) e contribuisce ad abbassare il livello di allarmismo inutile spesso diffuso nel web.
Basil