LECCO – È implacabile, come il susseguirsi delle stagioni, il calendario estivo dello smog in Lombardia. Complice le cambiate condizioni atmosferiche, comincia la conta dei giorni di superamento dei livelli di riferimento per l’inquinamento da ozono (fissato in 120 microg/mc come media di otto ore, da non superarsi per più di 25 giorni all’anno). L’ozono è un inquinante secondario, generato dalle reazioni atmosferiche, in presenza di luce, a partire dalla NO2 prodotta soprattutto dagli scarichi automobilistici, con un ruolo prevalente dei motori diesel che rappresentano la fonte emissiva primaria in Lombardia.
In questi giorni le concentrazioni più alte sono state misurate in alta Brianza, tra Cantù, Erba e Valmadrera, ma l’inquinamento non ha risparmiato neppure la Valsassina, dove a Moggio le centraline Arpa hanno misurato concentrazioni medie di 129 microg/mc. E il peggio è previsto per le giornate di oggi e domani, sabato 26 maggio, dove i superamenti, anche a causa della rotazione dei venti, dovrebbero essere generalizzati in tutta la Lombardia occidentale, estendendosi dal varesotto e comasco fino al milanese e al pavese. In queste zone, oltre che nei bacini dei laghi, non è davvero il caso di aspettare gli avvisi di allarme degli Enti preposti, occorre essere prudenti e consapevoli che, nelle ore del pomeriggio e della prima serata, è bene astenersi da attività fisiche intense e all’aria aperta per limitare il contatto con aria inquinata.
“Siamo stanchi di leggere i bollettini di guerra dello smog dai siti della comunicazione istituzionale – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Ci aspettiamo azioni più energiche di quelle indolenti e poco coraggiose assunte fino ad ora dalle istituzioni, anche perché ormai è chiara la responsabilità enorme dei diesel come fonte primaria di inquinamento, in estate come in inverno. In attesa che anche il Governo sia in condizioni di dare segni di vita, cosa aspetta la Regione Lombardia a imprimere un’accelerazione al percorso necessario di uscita dall’era del diesel? Non arriviamo impreparati d’estate come d’inverno occorre tutelare la salute dei lombardi”.
A differenza degli ossidi d’azoto, il cui inquinamento si misura a breve distanza dai tubi di scarico, nelle città o lungo le autostrade, l’ozono si forma successivamente, quando le masse d’aria inquinate si spostano, sotto l’influenza delle correnti, a una certa distanza dal punto in cui è avvenuto l’inquinamento. Poiché in questi giorni i venti dominanti sono da sud, non stupisce che le aree in cui si sono misurate concentrazioni più importanti di smog siano quelle pedemontane a nord della metropoli, dal basso varesotto al comasco e lecchese, fino alla città di Bergamo.
Da giugno la rete delle centraline Arpa per la misura dell’ozono verrà affiancata dai dispositivi che Legambiente attiverà presso scuole e case di diversi comuni dell’Isola Bergamasca: l’azione fa parte del progetto europeo Captor, che punta a sviluppare strumenti e modalità di coinvolgimento dei cittadini per conoscere i livelli di ozono dell’aria e aumentare il livello di consapevolezza circa un inquinante atmosferico per il quale, purtroppo, negli ultimi decenni non si è assistito ad alcun segnale di miglioramento.
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