SILEA, UN OBIETTIVO PER IL 2018:
IL TELERISCALDAMENTO

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VALMADRERA – Completare entro il 2018 il ciclo che, dalla raccolta, gestione e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, porta alla produzione di energia elettrica e, quindi, alla sua trasformazione in calore per riscaldare abitazioni, uffici, imprese, strutture pubbliche.

È questo l’obiettivo che si è data SILEA SpA, l’azienda a totale capitale pubblico – nata come consorzio nel 1972 e trasformatasi in società per azioni dal 1995 – che si occupa della gestione del ciclo integrato dei rifiuti in provincia di Lecco. Un obiettivo per certi versi ambizioso ma assolutamente alla portata di mano, considerando le potenzialità e il grado di efficienza degli impianti di cui l’azienda dispone.

SPECIALE_SILEA_1 ColomboA questo progetto, SILEA SpA sta lavorando da tempo: “Abbiamo elaborato uno studio di fattibilità che prefigura due scenari. – spiega Mauro Colombo, amministratore unico della società – Il primo, quello a cui puntiamo, prevede, a fronte di un investimento di 40-50 milioni di Euro, la possibilità di servire con l’energia termica prodotta dal termovalorizzatore di Valmadrera gli edifici pubblici e privati dei comuni di Civate, Malgrate, Valmadrera e, parzialmente, di Lecco, arrivando fino all’ospedale Manzoni. Per produrre la quantità di energia necessaria, occorrerebbe che la Regione alzasse il limite di rifiuti non riciclabili che possiamo bruciare nel nostro impianto, attualmente di 87 mila tonnellate annue, a fronte di una produzione che in provincia di Lecco tocca le 94 mila tonnellate”.

In alternativa – continua Colombo – se tale limite non venisse alzato, abbiamo ipotizzato un intervento più ridotto che, a fronte di 20-25 milioni di investimento, ci permetterebbe di assicurare il teleriscaldamento a Malgrate, Valmadrera e Civate. In ogni caso il progetto sarà attuato, in una o nell’altra forma, a partire dal 2018, con l’avvio dei primi allacciamenti”.

Sarà questa una nuova importante tappa nel cammino di crescita di SILEA SpA: “Sotto il profilo economico, entrambe le soluzioni sono interessanti e sostenibili, – spiega ancora l’amministratore unico – sia in forza della capacità di investimento della nostra società, che del ritorno garantito nel lungo periodo. Dobbiamo poi considerare  il risparmio che ne deriverebbe per i cittadini sui costi di riscaldamento, circa il 15-20 per cento rispetto al metano, oltre che naturalmente il venir meno di adempimenti, certificazioni e costi di manutenzione delle caldaie. Infine vanno evidenziati i risvolti ambientali positivi, con una diminuzione delle emissioni inquinanti private”.

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Contenuto promozionale a cura dell’ufficio commerciale di Esseti Media