SILEA: ASSEMBLEA DEI SOCI
(I COMUNI) VIETATA AL PUBBLICO.
I CARABINIERI ALL’INGRESSO

coordinamento-lecchese-rifiuti-zeroLECCO – Riceviamo la lettera del Coordinamento Lecchese Rifiuti Zero al quale non è stato consentito di assistere all’assemblea di Silea, società al 100% di proprietà pubblica alla quale è stata affidata la gestione del ciclo dei rifiuti del territorio.

Dopo regolare domanda di potervi assistere, ed altrettanto regolare risposta negativa, il Coordinamento ha poi trovato i Carabinieri a presidiare l’accesso. Da qui l’invito a riflettere su statuti di società pubbliche pensati per tenere i cittadini all’oscuro, e sul ruolo degli amministratori locali che di queste scelte sono, o sono stati, protagonisti.

Ecco in forma integrale il testo del Coordinamento.

Silea è la società che si occupa dei rifiuti in provincia di Lecco. Essendo pubblica al 100% è di proprietà di tutti i cittadini che risiedono nel territorio lecchese e che votano gli amministratori locali (sindaci, assessori e consiglieri comunali) perché si occupino, con delega temporanea legata al mandato di alcuni anni, della gestione di questa azienda. Naturalmente non si trasferisce la proprietà dell’azienda a queste figure politiche, ma si dovrebbe esercitare assieme il potere di indirizzo e il successivo controllo sull’operato della stessa attraverso atti trasparenti da parte dei dirigenti. Questo vale anche per tutte le altre aziende che si occupano di servizi pubblici essenziali, i rifiuti come l’acqua, la sanità o i trasporti, l’ energia, ecc.

forno inceneritore sileaPurtroppo gran parte dei sindaci hanno un concetto diverso rispetto alla nozione di proprietà pubblica e, visto che sono stati eletti, pensano di essere al comando e non al servizio dei loro concittadini. Essi quindi non solo agiscono senza il necessario e preventivo consenso, non solo non informano i rispettivi consigli comunali, ma sono convinti che non devono neanche dare conto di quello che succede. Decidono, per tutti, al chiuso delle stanze dove si riuniscono, convinti di essere i soli proprietari e gestori dei beni della comunità. Non si sentono però poi responsabili dell’aria che si respira dopo aver scelto di bruciare più rifiuti per la realizzazione di un costosissimo teleriscaldamento, o della mancata depurazione delle acque per cui si pagheranno bollette più salate, o del rischio di privatizzazione dei servizi essenziali verso cui si sta precipitando o dei disservizi sanitari, dei trasporti, ecc.

A tal proposito, da voci raccolte presso qualche amministratore locale, ci risulta che i comuni stanno per concedere a Silea un affidamento dell’intero ciclo integrato dei rifiuti sino al 31 dicembre 2029!
Non possiamo che auspicare che tali voci siano infondate, e speriamo in una smentita. Un affidamento di tale durata contravviene ai principi di buona amministrazione in quanto i sindaci andrebbero a vincolare le azioni delle future amministrazioni, andando ben al di là del loro mandato.

L’esclusione dei cittadini è quindi ormai una prassi e si è verificata ancora una volta giovedi 7 maggio 2015 presso la sede di Silea a Valmadrera, dove si sono incontrati sindaci e delegati per discutere del “progetto di bilancio al 31.12.2014”. Una riunione a porte chiuse per parlare di “dati sensibili” (cioè di come investire le tariffe pagate per i rifiuti, di come dividere gli utili e di cosa farne dei nostri rifiuti) dove i cittadini proprietari non solo non possono intervenire, ma neanche assistere.

Vittorio campione primo pianoLa Rete Rifiuti Zero Lombardia e il Coordinamento Lecchese Rifiuti Zero, in qualità di cittadini, hanno fatto richiesta di ammissione in assemblea, anche solo in vece di semplici uditori, in data 25 aprile 2015.
La risposta di Silea è arrivata, sibillina nel contenuto, in data 6 maggio (giusto un giorno prima dell’assemblea!). A una immediata richiesta di chiarimento non c’è stato riscontro. Chi si è presentato all’assemblea per una civile delucidazione auspicando di poter essere ammesso come spettatore ha avuto la brutta sorpresa di trovare i carabinieri a impedirne l’accesso, e il presidente della seduta (il vicesindaco di Lecco Campione), che sfoderando un “democratico” sorriso ha affermato che per statuto i cittadini, le associazioni e quant’altro non sono accettati, come si trattasse di un club privato.

Ebbene, a questo punto crediamo che sia ora di dire basta a statuti che escludono i cittadini, reali proprietari delle aziende pubbliche. Essi possono essere cambiati. Oppure è tempo che si cambino i sindaci che hanno escogitato questi statuti che negano democrazia e compartecipazione. O che si cambi la gestione tipica di queste aziende “pubbliche” affinché siano “pubbliche” nel vero senso della parola.
Cioè finalmente e compiutamente nostre.

La Rete Rifiuti Zero Lombardia e il Coordinamento Lecchese Rifiuti Zero