SICUREZZA IN CITTÀ. CALANO I REATI IN GENERALE, MA NON LE RAPINE

LECCO – Riunito il Comitato provinciale per il periodico monitoraggio del dispositivo di ordine e sicurezza pubblica nella città di Lecco. Alla riunione, presieduta dal prefetto Sergio Pomponio, hanno preso parte il vicesindaco di Lecco Simona Piazza, il procuratore della Repubblica Ezio Basso, il questore Ottavio Aragona, il comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri Alessio Carparelli e della Guardia di Finanza Emilio Fiora, i rappresentanti della Provincia Quadrio e Simonetti, il comandante della Polizia locale di Lecco Monica Porta.

Con la finalità di revisionare e adattare il dispositivo di sicurezza e di controllo del territorio, è stato preliminarmente analizzato l’andamento della delittuosità nel capoluogo cittadino che, nei mesi da gennaio ad aprile 2024, nel confronto col medesimo periodo dell’anno precedente, ha fatto registrare una generale contrazione dei reati, pari a -9,5%.

In particolare, sono azzerati i reati violenti (gli omicidi, anche tentati, e quelli colposi); diminuiscono significativamente le lesioni dolose (-50%) decrescono le minacce (-5%), le ricettazioni (da 2 a 1), i danneggiamenti (-9,4%), le truffe e le frodi informatiche (-5,5%).

Sono, invece, aumentate le rapine in pubblica via (che passano da 8 a 14), i furti (+2%) e in particolare quelli in esercizi commerciali, le estorsioni (da 3 a 5) e le denunce in materia di stupefacenti (da 2 a 6), aumento quest’ultimo da leggersi come positivo risultato dell’attività di controllo del territorio da parte delle Forze di polizia.

Sono stati dunque riepilogati i sistematici servizi di prevenzione e repressione svolti dalle Forze di polizia e, sulla base della georeferenziazione dei reati, è stato disposto un potenziamento e una rimodulazione dei controlli, la cui declinazione operativa sarà decisa dal Questore nell’ambito di uno specifico tavolo tecnico.

Nel concludere la riunione, il prefetto e il procuratore della Repubblica hanno condiviso la granitica convinzione che le politiche di sicurezza espresse e quelle in divenire, affinché producano effetti durevoli e non solo suggestioni, debbano perseguire finalità disancorate da sensazioni estemporanee, sebbene comunque meritevoli di attenzione, soprattutto quando sono indice di un disagio sociale strisciante.