DAL MECI SFIDA E OPPORTUNITÀ PER L’EDILIZIA: RIQUALIFICARE
QUANTO GIA’ COSTRUITO

EDILIZIA convegnoERBA – L’ottanta per cento degli edifici esistenti, pubblici e privati, che caratterizzano il tessuto urbano dei nostri comuni, risale agli anni Settanta, quando temi come il risparmio e l’efficienza energetica, la sicurezza anti-sismica, il comfort e l’isolamento acustico erano del tutto sconosciuti. Inoltre mancano per la maggior parte di quegli standard – pensiamo ai parcheggi – oggi ritenuti essenziali. Rimettere mano a questo patrimonio rappresenta dunque una sfida per le pubbliche amministrazioni, m anche un’opportunità per l’edilizia e per l’intera comunità.

È questo il messaggio emerso ieri pomeriggio al convegno inaugurale della 30esima MECI, in programma fino domani a Lariofiere di Erba. Un convegno che ha voluto proprio fare il punto su questo tema, centrale per il presente e il futuro del settore delle costruzioni ma, più in generale, per i nostri comuni e per il nostro Paese. Del resto, come ricordato dal presidente del Gruppo di lavoro MECI Ing. Paolo Valassi, è la stessa Europa a imporcelo, con una Direttiva – la 2012/27/UE – che impone il vincolo 20-20-20 ai Paesi membri e in cui si afferma: “L’Unione si trova di fronte a sfide senza precedenti determinate da una maggiore dipendenza dalle importazioni di energia, dalla scarsità di risorse energetiche, nonché dalla necessità di limitare i cambiamenti climatici e di superare la crisi economica. L’efficienza energetica costituisce un valido strumenti per affrontare tali sfide”.

Lo ha ribadito nel suo intervento, dati alla mano, il Prof. Massimo Beccarello (Professore Associato – Dipartimento di scienze economico-aziendali e diritto per l’economia dell’Università degli Studi Milano Bicocca): “Sembra che in Italia manchi ancora la consapevolezza del ruolo dell’efficienza energetica. L’efficienza energetica non solo è fondamentale per la sicurezza del Paese, ma è indispensabile anche per centrare gli obiettivi comunitari relativamente alle fonti rinnovabili e per dare più competitività al nostro sistema imprenditoriale. La Comunità Europea, con la direttiva ricordata, ha voluto trasformare la spesa corrente in spesa per investimenti, chiedendo agli Stati membri di adottare politiche di lungo termine, tese a realizzare gli obiettivi definiti. L’Italia, invece, non riesce ad assumersi il rischio di scelte strutturali. Occorre mantenere gli incentivi previsti per almeno dieci anni”.

Una scelta, questa, che comporterebbe, a fronte di un investimento decennale di 15 miliardi di Euro, 30 miliardi di risparmio nei consumi energetici ed 1 milione di nuovi posti di lavoro. Del resto, come ha avuto modo di illustrare l’Arch. Giuliana Iannaccone del Politecnico di Milano, più che di scelta si dovrebbe parlare di necessità: “Attualmente gli edifici sono responsabili del 40% dei consumi energetici totali. Prima di parlare di energie alternative, dovremmo quindi impegnarci per ridurre i consumi degli edifici attraverso politiche mirate al miglioramento dell’uso dell’energia”. È quanto, del resto, stanno facendo gli altri Stati europei con politiche strutturali – un mix di incentivi finanziari e fiscali – tese a favorire l’accelerazione di questo processo: Germania e Austria sono un esempio virtuoso in tal senso.

Il Politecnico, da parte sua, ha deciso di investire per mettere a disposizione delle aziende e delle istituzioni le proprie competenze: lo dimostra la realizzazione nel Polo di Lecco di un apposito lboratorio sul recupero edilizio e il varo del metadistretto sulle nuove tecnologie per il recupero.

Ma la vetustà del patrimonio edilizio delle nostre città non incide solo sui consumi energetici: anche la sicurezza è un problema. Lo ha spiegato l’ing. Marco Di Prisco (Professore Ordinario di Tecnica Delle Costruzioni del Politecnico di Milano), sottolineando l’esigenza, soprattutto per un Paese a rischio sismico come il nostro, che si proceda ad intervenire per adeguare in termini di sicurezza anti-sismica gli edifici industriali esistenti,  operando sui punti critici grazie a tecniche messe a punto dal mondo accademico ed ormai consolidate.

Anche Regione Lombardia è consapevole della centralità di questo tema; lo ha affermato l’Ing. Mario Nova della Direzione Generale Casa, che ha indicato nella condivisione il metodo da adottare: “Occorre una capacità condivisa di assunzione delle responsabilità verso gli obiettivi che insieme ci si pone”.

Ma, perché questo processo possa dispiegare tutte le proprie potenzialità, proponendosi come un volano per il rilancio dell’edilizia e di tutta l’economia, è necessario poter operare in uno scenario chiaro e definito: “Abbiamo bisogno di disporre di certezze sulle misure tese alla sostenibilità. – ha affermato Paolo ValassiDalla stabilizzazione degli eco-incentivi fino al 2020 all’estensione di tali incentivi fiscali anche alle società che hanno a reddito gli immobili; dall’ampliamento dei vantaggi del conto termico ai privati a sconti significativi sull’IMU in relazione agli interventi attuati, fino agli sconti sugli oneri urbanistici in funzione dell’indice di efficienza energetica conseguita da un edificio”.

Il convegno – aperto dai saluti del presidente di ANCE Lecco Sergio Piazza e dal vice presidente di ANCE Como Enrico Bianchi – si è concluso con una tavola rotonda alla quale hanno preso parte gli ordini professionali. Anche da questo osservatorio è emerso come la riqualificazione degli edifici possa e debba essere una opportunità da sfruttare per far ripartire il settore.

Orari di apertura: venerdì e sabato dalle ore 9 alle ore 20; domenica dalle 9 alle 19.
www.fierameci.com