“RIVALSA”: NASCE L’ASSOCIAZIONE DEI SENZATETTO

rivalsa associazione (2)LECCO – Rivalsa non contro la società ma come rivendicazione del proprio valore: Rialzarsi Insieme Vivendo, Amando, Lavorando, Sorridendo e Accogliendo. Questo lo spirito che anima l’associazione R.I.V.A.L.S.A., che riunisce persone senza fissa dimora con lo scopo di creare un meccanismo virtuoso di auto-mutuo-soccorso, in cui i senzatetto diventano soggetti attivi, che operano per la propria rinascita e accolgono altre persone in condizione di bisogno. L’associazione, che conta 20 membri attivi, ma che potrebbe aiutare una cinquantina di persone in tutta Lecco, si è costituita ufficialmente lunedì 6 maggio, ma in realtà, quella di ieri è solo l’ultima tappa di un lungo percorso

rivalsa associazione (1)Un percorso che ha inizio al rifugio della Caritas invernale dove Sergio Cardoso e Pietro Mazza, oggi consiglieri, si conoscono. Entrambi senzatetto, capiscono che oltre a chiedere, vorrebbero cominciare a dare e, grazie all’appoggio del volontario, oggi vicepresidente, Walter Raveglia che per primo ha creduto nelle loro potenzialità, iniziano a pensare a delle azione concrete. Così organizzano “Una cena per una casa”, cena di autofinanziamento con oltre 140 ospiti, un flash – mob /aperitivo sul sagrato della Chiesa del Caleotto, volantinaggio con messa a disposizione per piccoli lavori a titolo gratuito, pranzo di Pasqua per gli utenti della mensa Caritas, manutenzione dell’orto presso una comunità di malati terminali di AIDS, assistenza e recupero di senzatetto, che necessitavano di cure ospedaliere e disintossicazione. Risultati raggiunti grazie al sostegno e alla fiducia di Don Giuseppe Buzzi, parroco del Caleotto, che dopo il 31 marzo, ha evitato che i membri si disperdessero ospitando alcuni dei partecipanti più attivi nella Sala Parrocchiale, sfidando in molti casi i pregiudizi della gente: “Il primo “senzatetto” è stato proprio Gesù, e noi una casa gliel’abbiamo trovata, sulla croce. Non andiamo avanti a crocifiggere chi ci chiede aiuto: la povertà di cuore è la più difficile da sconfiggere. Occorre esserci, fidarsi, condividere: aver fede e seguire l’esempio di Dio che è ‘con’ noi, non ‘per’ noi.”

rivalsa associazione (5)Un percorso fatto forse di “piccoli passi” come li ha definiti Monsignor Cecchin, ma che è arrivato lontano, bussando alle porte delle istituzioni, Comune e Provincia, e della Chiesa, alla Caritas e ai sacerdoti del Decanato: “Sappiamo che si sta facendo già tanto e non vogliamo criticare, ma quello che presentiamo è un problema urgente: abbiamo bisogno di una struttura dove lavorare.” ha spiegato Paolo Dell’Oro, tesoriere, Le soluzioni sarebbero molteplici: la Caritas potrebbe appoggiare la costituzione di un embrione di una nuova Casa della Carità, un rifugio aperto possibilmente tutto l’anno, visto che quello invernale minaccia di essere abbattuto; oppure si potrebbero coinvolgere i volontari nella gestione dell’accoglienza degli immigrati nei vari comuni, come previsto dai decreti ministeriali; ancora si potrebbe auspicare un intervento più decisivo delle singole parrocchie, con singoli inserimenti o, infine, ricorrere a soluzioni private.
L’11 Maggio gli ospiti di Don Beppe lasceranno la Sala Parrocchiale per dare un segno alla comunità che, dopo le diffidenze iniziali, in seguito all’impegno dimostrato dai senzatetto nei lavori gratuiti,  sembra ora più fiduciosa. Pietro ha sottolineato questo punto: “Ora siamo una famiglia, ci fidiamo l’uno dell’altro, fidatevi anche voi di noi: possiamo essere utili.” Perché come ha ricorda Sergio “Sarò per sempre un senzatetto, voglio davvero aiutare gli altri, perché gli altri siamo noi.”

Chiara Vassena