“METASTASI”/QUI LECCO LIBERA SCRIVE AI CONSIGLIERI COMUNALI

quileccolibera logoLECCO – Di seguito il testo della e-mail inviata stamane ai consiglieri comunali di Palazzo Bovara dall’associazione Qui Lecco Libera, “per chiedere loro di fare chiarezza su quanto emerso in relazione all’inchiesta Metastasi”.

Gentile consigliere,
il Consiglio comunale di questa sera arriva tardi e, per quanto si legge dall’Odg, contraddistinto da un’incomprensibile rimozione dello scossone pubblico rappresentato dall’inchiesta Metastasi (il punto dedicato s’intitola al ribasso “Relazione del Sindaco sulle iniziative di contrasto alla criminalità organizzata da parte del Comune e sulla sospensione dalla carica di consigliere nei confronti del sig. Ernesto Palermo”). Crediamo che, oltre a discutere della rilevanza del ruolo del consigliere Palermo, la Città meriti risposte chiare anche da chi, pur non avendo commesso nulla di penalmente rilevante, ha l’onere e la responsabilità politica di chiarire alcuni punti ancora oggi per nulla approfonditi. Ci auguriamo che il Consiglio di questa sera non diventi l’arena dove esibire più o meno credibili patenti antimafia, magari supportati da claque organizzate, quanto un luogo di trasparenza e presa in carico delle dovute responsabilità.

A ciascun consigliere, indipendentemente dal colore e dall’appartenenza, chiediamo di farsi carico e rivolgere al sindaco Virginio Brivio le seguenti circostanziate domande:

Come mai il 16 maggio 2011, ben in anticipo rispetto all’insorgere del presunto problema della revoca della concessione provvisoria della Lido di Parè Srl, il sindaco inviò un sms a Ernesto Palermo con su scritto “Ma hai vinto appalto lido a Valmadrera?”? Lo riteneva già allora interlocutore privilegiato con riferimento a questa operazione? Se sì, perché?

A chi faceva riferimento quando il 22 luglio 2011 tranquillizzò l’ex sindaco Rusconi sostenendo “di stare sereno perché se lui è un prestanome (REDAELLI) e i titolari sono gli altri però comunque un po’ di armi spuntate”? Chi erano all’epoca quegli “altri”? E perché, consapevole di questo “ruolo”, fissò un incontro addirittura in Comune con un soggetto (Redaelli) definito appunto “prestanome” il giorno seguente?

Brivio ha sostenuto e sostiene che interloquì con i rappresentanti della Lido di Parè Srl facendo loro credere che l’informativa atipica non lasciasse grandi margini di manovra al sindaco Rusconi. In realtà il 20 luglio 2011 rivelava a Ernesto Palermo che “era nella disponibilità del comune la decisione perché non c’è una controindicazione giuridico – normativa, nella legge!”. Perché?

Il sindaco ha mai domandato all’ex consigliere comunale Ernesto Palermo il perché del suo forte interesse nei confronti di una società della quale non deteneva quote?

Perché il 22 luglio 2011 si premurò di suggerire al collega Rusconi che nessun consigliere comunale di Valmadrera sollevasse il caso magari attenzioni di la Corte dei Conti (“importante che non ci sia qualche consigliere del comune di Valmadrera che non faccia cazzate, Corte dei conti eccetera”)?

Date le molteplici e contraddittorie ricostruzioni fatte da Virginio Brivio sulla stampa locale, potrebbe definitivamente spiegare quando ebbe contezza della contiguità di Ernesto Palermo con ambienti malavitosi?

Che idea si fece Brivio quando Ernesto Palermo, il 28 settembre 2011, gli disse al telefono a proposito di Marco Rusconi -che aveva giustamente parlato di malavita a proposito degli interessi concentrati sull’area di Parè- che “è stato cretino perché alcune cose non le deve dire e deve dire solo che ha avuto un qualcosa di negativo dalla Prefettura e le cose così se le tira dietro”?

Il 18 luglio 2011 Brivio inviò a Palermo il seguente sms “Ciao parlato con prefetto per vicende lecco accennato Valmadrera pare . Se vuol ne parliamo ma non al telefono ma stasera in consiglio. Sento anche marco.”. A seguito del colloquio in Consiglio, Palermo scrisse un sms al prestanome Redaelli sostenendo che “Siamo nella merda se vengono lì non ci fanno respirare finito di parlare adesso con Virginio”. Quale fu il contenuto della loro conversazione in Consiglio?

A chi minaccia eventuali sospensioni del Consiglio comunale non appena venissero effettuati “riferimenti personali” indichiamo una rilettura della Costituzione, oltreché del codice di procedura penale.

Grazie e buon lavoro
Qui Lecco Libera