SCRITTURA E ORALITÀ: AL MEAB
LA GUERRA RACCONTATA
NELLE LETTERE E NEI CANTI

meab galbiate guerraGALBIATE – Presentato domenica 8 novembre dal MEAB di Camporeso, frazione di Galbiate, il penultimo appuntamento della rassegna “Voci, gesti, culture dell’alimentazione”, dedicato alla Grande Guerra vista la prossimità con la ricorrenza del 4 novembre.

Massimo Pirovano e Rosalba Negri, uniti agli amici di “Leggere per gioco, leggere per amore” danno vita ad un’interessante collezione di voci a testimonianza della mostra “Morti di fame: voci dalla Grande Guerra”. Le voci sono le protagoniste, come spiega il direttore del Museo Etnografico dell’Alta Brianza Massimo Pirovano che proprio nelle fonti orali condensa la sua principale risorsa di ricerca etnografica. L’etnografia è infatti la scienza del popolo ed è a questo che si appella il MEAB, ricercando e divulgando storie di vita.

meab galbiate guerra 3Portavoce principale del Guerón, la nipote di Giovanni Piazza, Rosalba Negri, la quale attinge alle lettere del nonno per ricostruire la storia della guerra vissuta dal popolo. Le tante voci e testimonianze, unite ai canti popolari riprodotti, segnano il difficile passaggio dall’oralità alla scrittura, testimoniato dalle diffuse travisazioni dei canti e dalle difficoltà nel mettere su carta i propri pensieri al fronte, ma unite dalla volontà comune di comunicare. Riportare ai propri cari un pensiero, informare circa la propria salute e indire testimonianze delle stragi e delle sofferenze patite.

Da “prendi il fucile e vai alla frontiera” a “prendi quel secchio e vattene alla fontana” riporta Pirovano i cambiamenti nella tramandazione dei canti, sia dal punto di vista lessicale che emozionale: si passa da sentimenti di guerra al pacifismo. L’emozione è palpabile, il pubblico coinvolto e le voci esaminate hanno emozionato la stessa lettrice, facendo sì che le parole sofferenti dei nostri compatrioti al fronte strozzassero di fatto la nostra voce.

M.P.