“SCIOPERO DEL PANINO”
IN VISTA ALLA CESARE BATTISTI
DI ACQUATE

LECCO – Sul piede di guerra i genitori della scuola Cesare Battisti di Acquate che per protestare contro l’aumento del prezzo dei buoni mensa e della qualità del cibo, hanno indetto uno sciopero della mensa per martedì 19 febbraio. L’invito è per tutte le famiglie e non dotare i propri bambini di buono e invece approvvigionarli con un panino. Sembra che l’adesione sia quasi totale, anche perché largamente condivisi i motivi della protesta.

SCUOLA ACQUATEIl buono che fino allo scorso anno costava 4 euro e 20 centesimo quest’anno ne costa 5.30, un aumento secco di 1 euro e 10 centesimi che coloro che appartengono alla fascia più alta e media, vale a dire i tre quarti
dell’utenza elementare, mentre per la fascia più bassa costa 1 euro e 70 centesimi.

Il dialogo con il Comune, dicono i genitori, è stato più volte cercato in questi mesi e così una possibile soluzione che però tarda ad arrivare. Con un appalto già ereditato, come hanno spiegato a Palazzo, poco c’è da fare fino alla sua scadenza naturale. D’altra parte anche il Comune con le casse asciutte ha dovuto suo malgrado abbattere il contributo dato per la mensa scolastica, di qui l’aumento spropositato di quest’anno e anche del prossimo, si parla di 6 euro e 10 centesimi.

Le famiglie della Battisti tuttavia non ci stanno e fatta una rapida verifica hanno confrontato i prezzi sia con le mense dei Comuni limitrofi che il pacchetto offerto da una ditta di catering che proporrebbe lo stesso servizio a un costo più basso almeno di un paio di euro.

L’escamotage per staccarsi come scuola dall’appalto in vigore ci sarebbe, occorrerebbe però il sostegno “burocratico” sia di Comune che della dirigenza scolastica, e proprio a questo mira la protesta di martedì.
Oltretutto, fatti i debiti conti, l’abbattimento del contributo comunale, 55 mila euro annue per la scuola di Acquate, consentirebbe alle famiglie sia di rivolgersi ad altre meno onerose ditte di catering sia di destinare quanto risparmiato a progetti per la scuola che spesso devono essere messi da parte per mancanza di fondi.

Bianca Bardi