SANITÀ: AL MANZONI CONVEGNO
SU DAT E CONSENSO INFORMATO

covengo dat e consenso informato - foto2LECCO – “Un trattamento non fondato sul consenso del paziente non è cura. La legge ha sancito che il Diritto e la Medicina non devono tutelare unicamente il valore della vita, in quanto questo va necessariamente coniugato con altri valori fondamentali, quali la dignità dell’individuo e il rispetto delle sue volontà”. Il messaggio che racchiude il punto di vista dei relatori di prestigio che hanno preso parola nella giornata di martedì 27 marzo al convegno incentrato sulla nuova legge 219/17 recante “Norme in materia di consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento” è riassumibile in queste parole.

Un parterre di tutta eccezione, quello ospitato presso l’Aula Magna dell’Ospedale Manzoni di Lecco, che ha tracciato i confini della nuova normativa che regola il cosiddetto fine vita e alcune questioni relative alle gestione del rapporto medico-paziente. Si è parlato di DAT, le Disposizioni anticipate di trattamento, che rappresentano le volontà dell’individuo in materia di trattamenti sanitari, ossia della possibilità di esprimere il proprio consenso o il rifiuto in previsione di un’eventuale futura incapacità di autodeterminarsi; si è riflettuto sulla figura del ‘fiduciario’, vale a dire una persona di fiducia del disponente, che ne faccia le veci e lo rappresenti nelle relazioni con il personale medico se e quando egli non sarà più in grado di decidere per sé. Sottolineata infine la possibilità che il medico – in accordo col fiduciario – possa disattendere in tutto o in parte le DAT qualora esse appaiano “palesemente incongrue o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente”.

gianlorenzo-saccabarozzi“La legge finalmente c’è, ora si tratta di appropriarsene, cioè di fare diventare prassi nella quotidianità quei principi stabiliti dalla legge”, ha riflettuto Gianlorenzo Scaccabarozzi, direttore del Dipartimento della Fragilità di Asst Lecco, nonché organizzatore dell’evento.  Ospite d’eccezione della giornata il giudice della Corte Costituzionale e professore emerito di Diritto Pubblico Comparato Giuliano Amato, che ha parlato di una normativa “non perfetta” ma da considerare una conquista: “Grazie a questa legge alcuni tabù sono stai rimossi. Il fine vita ora si scioglie nella possibilità di rifiutare cure che sarebbero sproporzionate e come tali inadeguate. Appropriata, invece, è la cura che è tale non solo dal punto di vista medico-sanitario ma anche sotto il profilo del sentire proprio del paziente. Appropriatezza è la parola che raccoglie l’incontro tra i diritti del paziente e le responsabilità del medico”.