confesso di averci pensato un bel po’ prima di prendere la penna in mano per raccontare, mio malgrado, quanto è successo sabato scorso nei pressi di un noto rifugio del nostro territorio montano frequentatissimo da escursionisti e alpinisti che salgono sui monti per cercare un po’ di pace e tranquillità, lontano dal frastuono delle città in cui abitualmente si vive e si lavora. Ho stima di chi opera in montagna ma evidentemente, rispetto a qualcuno, ho un concetto diverso di rispetto e buona educazione.
Nello scorso fine settimana, infatti, ero fra i molti che sono saliti alla Capanna alpinisti monzesi per concedermi qualche ora di relax ma nel pomeriggio non è stato proprio possibile godersi il silenzio e la tranquillità cui anche il sottoscritto aspirava: dalle 14 alle 16 un elicottero ha fatto la spola tra Erve e il Passo del Fo per scaricare materiale di vario tipo nelle vicinanze del rifugio Ghislandi, di proprietà del Cai di Calolziocorte. In settimana proprio non si poteva?
Per due ore esatte, il rombante andirivieni dell’efficientissimo mezzo meccanico ha impedito a chiunque volesse farsi un riposino di chiudere occhio. In più, nessuno ha potuto starsene in santa pace sul piazzale antistante il rifugio: ben presto famigliole con bambini o allegre compagnie di giovani o meno giovani hanno abbandonato la struttura turistica ma solo dopo aver pesantemente criticato chi, con tutto il tempo che aveva, ha aspettato proprio il pomeriggio del sabato per svolgere quel rumoroso e inopportuno servizio “turistico”.
Complimenti a chi lo ha organizzato! Deve essere uno che di montagna “ci capisce”.
Già in passato molte lamentele si erano levate nei confronti del “soffiatore selvaggio” che, proprio dal Ghislandi, per anni e anni sembrava divertirsi a far fracasso e sollevare polveroni anche nei fine settimana: pensavamo che finalmente la pace fosse tornata sulla Val d’Erve ma visto quel che è successo sabato evidentemente ci eravamo sbagliati.
Speriamo almeno sia l’ultima volta!
Lettera firmata