RICORDATE ALBACHIARA? E’ SCESA
DAL RESEGONE A MERATE. MA TORNERA’ ALLA CAPANNA MONZA

ALBACHIARALECCO – Bella la storia raccontata qualche giorno fa dell’asinella semi abbandonata dalla madre ma fortunatamente sostenuta dopo la nascita da un gruppo di umani. Molto umani. A partire da quel gestore della Capanna Monza, Luigi, giunto al punto di lasciare in “autogestione” il pranzo dei suoi ospiti per curare la neonata a quattro zampe.

Per ringraziare tutti, Luigi ha inviato una e-mail agli aiutanti di quel giorno. Intanto l’asinella se l’è portata a Merate affidandolo alle cure di sua moglie che la sta svezzando col biberon al posto di Filippa (adesso abbiamo anche il nome della poco convinta mamma asina). Se qualcuno vorrà sapere come sta Albachiara, eccolo accontentato…

E’ arrivata, annunciata dai primi avventori che l’hanno trovata nel bosco, nelle prime ore del 1° giugno, il mese più luminoso che c’è… perciò ALBACHIARA, un nome romantico, evocativo e speriamo benaugurante di luce nuova fuori dai vari tunnel che stiamo attraversando.

ALBA E MAMMAIl suo esordio è stato un pò in salita, una specie di Prà di Rat… mentre piove. Ha dovuto sopportare il rifiuto totale e quasi cattivo di una madre che ad occuparsi di lei ha preferito dedicarsi al lavoro, praticamente una zoccola che tirava zoccolate, Ha anche dovuto sopportare noi (forse peggio) che maldestramente e nell’allegro casino di una domenica di bel tempo, ci ribellavamo ad un destino tanto triste e ingiusto.

Ce l’abbiamo fatta!

Ora dopo vari mesti tentativi di ricondurre la madre ai suoi doveri, con tanto di discese e risalite da Erve alla Capanna, abbiamo deciso di dare ad Albachiara un pò di pace, prati solitari, stalle silenziose se non per qualche nitrito o sbuffo. Tornerà in capanna solo dopo la Monza-Resegone, le abbiamo voluto evitare il carico di elicotterilavoritestosteronecompetitività e casino totale che la corsa più bella del mondo si porta dietro.
Nel frattempo il ricordo che ci resta sono i viaggi nel bosco, la curiosità, lo sperimentarsi e il suo galoppo da puledra, a gambe diritte, a saltelli quasi verticali, e i trasporti a spalla stile pastore del presepe, con tanto di leccata di orecchie (le mie, peccato le avevo già lavate 2 volte quest’anno).

Speriamo a lei rimanga un ricordo che l’aiuti nel rientro, magari olfattivo, dopotutto viaggiava col naso a 20 cm dalla mia ascella.

Il mio grazie va ai 2 Roberto e a Claudio tenaci nel fervore della battaglia, alla moglie di uno di loro, non si è presentata ma c’era, giuro. A tutti i presenti trepidanti e attenti, ai miei collaboratori al solito pazienti e Sopratutto a Wally, conoscevamo il suo istinto paterno e la sua attenzione, ora in altra forma non sono mancate.

E gracias a la vida, che ha vinto sola!

Luigi

ALBACHIARA IN VIAGGIO