RESINELLI, ALL’INIZIO NIENTE CIBO
E COPERTE PER I MIGRANTI. INSULTI E MINACCE A CHI RECA SOLIDARIETÀ

RESINELLI CENTRO SERVIZIPIANI DEI RESINELLI – Una ventina, destinati ad un probabile raddoppio, lasciati almeno nelle prime ore di presenza senza mangiare e privi di coperte: così i profughi di nazionalità assai diverse (altro problema serio) alloggiati dall’altroieri nel centro servizi della Comunità Montana in mezzo ai Resinelli.

Impietositi, alcuni residenti ed un ristoratore hanno portato spontaneamente cibo e il necessario per coprirsi di notte. Ma secondo testimonianze raccolte dal quotidiano Ballabio News, avrebbero ricevuto insulti e perfino minacce da parte di altri abitanti “fissi” della località di montagna, in particolare operatori economici che non gradirebbero la presenza dei richiedenti asilo proprio nel mese più “cool” per i Resinelli, ovvero agosto.

Un clima di tensione generato dalla scelta di alloggiare un gruppo al momento ristretto di profughi da Pakistan, Nigeria, Gambia e Sri Lanka in una zona che oggi è alle prese col picco dell’attività turistica e commerciale ma domani si spopolerà lasciando 30-40 persone spaesate, in quota (siamo a 1.300 metri circa) e circondate dal malumore di buona parte dei pochi residenti. Un altro caso di gestione magari “forzata” ma certo non ottimale di una questione che, volenti o nolenti, caratterizzerà il presente ma anche il futuro in una provincia nella quale pochi migranti sembrano costituire un problema gigantesco. Specie se sistemati in nuclei corposi e “visibili” – diversamente dalla soluzione “indolore” prospettata dall’arcivescovo Scola, che pochi giorni fa aveva puntato sulla frammentazione degli arrivi, pensando a “piccoli numeri all’interno di ogni singola realtà di paese“ in forza anche delle “1140 parrocchie nella Diocesi di Milano.

Intanto, dopo un primo momento di difficoltà, la situazione interna alla struttura ai Resinelli sembra essersi regolarizzata, con la presa in carico da parte di una cooperativa e i primi tentativi di integrazione (tra gli stessi migranti e poi anche con il comprensorio circostante). Giovedì sera un aperitivo e i primi calci ad un pallone, regalato ancora una volta da abitanti del luogo.