RAPINA AL BAR CENTRALE
DI MANDELLO: DEFINITIVA
ANCHE LA SECONDA CONDANNA

LECCO – Aveva destato un forte scalpore la rapina perpetrata alle prime luci dell’alba del 31 ottobre 2011 al Bar Centrale di Mandello del Lario, quando due individui travisati ed armati di pistola, dopo aver immobilizzato il proprietario, lo avevano costretto ad aprire la cassaforte, impossessandosi di denaro contante, buoni pasto ed assegni bancari nonché di sigarette e gratta e vinci prelevati all’interno del locale.

Subito dopo erano state rinvenute le armi utilizzate dal commando (due pistole con matricola abrasa ed un’altra non censita negli archivi di polizia), complete di un considerevole numero di munizioni, oltre a due autovetture rubate, utilizzate dai rapinatori.

Le indagini condotte dal Nucleo Operativo dei Carabinieri di Lecco, erano state avviate con l’analisi delle telecamere di sorveglianza, che avevano permesso di ricostruire le modalità con cui le auto erano state precedentemente portate a Mandello ed individuare il veicolo “pulito” in uso ai rapinatori; insieme all’analisi del traffico telefonico, questo aveva consentito di focalizzare le indagini su Pietro Melis di Seregno e Vincenzo Laudari di Lecco.

Le intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché i servizi di pedinamento, avevano premesso ai Carabinieri di rinvenire a dicembre 2011, tra Milano e Seregno, parte dei buoni pasto e dei tabacchi asportati durante la rapina, nella disponibilità di due ricettatori.

Il primo provvedimento restrittivo era stato eseguito a Seregno il a carico del Melis, mentre il successivo nel giugno 2012, sulla base delle ulteriori investigazioni, veniva tratto in arresto anche il Laudari.

A distanza di un anno esatto dai fatti, i due erano stati condannati dal GIP presso il Tribunale di Lecco, rispettivamente, alla pena (patteggiata) di 5 anni di reclusione per Melis e a 6 anni e 8 mesi Laudari, che aveva optato per il rito abbreviato.

Ieri il verdetto della Corte di Cassazione che ha confermato la condanna inflitta a quest’ultimo, che dovrà scontare la pena residua sino al 10 febbraio 2019 presso la Casa Circondariale di Lecco.