RANDAGISMO FELINO: “NESSUN AIUTO DALLE ISTITUZIONI”.
DA GENNAIO ENPA IN SCIOPERO

LECCO – Combattere il randagismo felino? Dovrebbe essere interamente compito delle ASL e delle amministrazioni comunali. Di fatto, l’ impegno maggiore è affidato ancora alla fatica dei volontari di associazioni come l’ENPA, l’Ente Nazionale Protezione Animali, che anche in provincia di Lecco da sempre si adopera nella tutela e nel sostentamento delle tantissime colonie di randagi sparse sul territorio lecchese e nelle attività necessarie al controllo numerico delle colonie feline: l’ ASL provvede si agli interventi chirurgici ma tutte le altre impegnative e necessarie attività sono invece a carico dei volontari: le catture, il trasporto all’ ambulatorio veterinario, la degenza postoperatoria direttamente nelle proprie abitazioni , eventuali cure veterinarie che si rendessero necessarie prima del reinserimento.

L’intensa documentabile attività dei volontari evidenzia come la questione del randagismo abbia bisogno della costante attenzione delle istituzioni che dovrebbero almeno sostenere associazioni che, come l’ ENPA, impegnano tempo e denaro e sopperiscono a quello che è un vero e proprio vuoto della Pubblica Amministrazione.

Non è sempre così: infatti alcuni comuni dell’area lecchese si sono interessati ed hanno sostenuto in parte concretamente la nostra associazione. Di contro nel distretto meratese nessuno (o meglio solamente il Comune di Robbiate) si è mosso in questo senso.

Tutto è affidato ai volontari ENPA che con grande sacrificio hanno perseguito in questi anni nell’attività di cattura dei felini in 17 Comuni dell’area meratese per 685 gatti censiti. Volontari che più volte hanno chiesto ai Comuni interessati dalla loro azione almeno un locale adatto alla degenza dei gatti operati (per il quale l’associazione a già individuato un’area a Merate e presentato un preventivo) per tenerli al sicuro nei giorni necessari al loro recupero e prima del reinserimento sul territorio di provenienza e dei gattini abbandonati in attesa di adozione. Si chiedeva anche un ambulatorio più baricentrico rispetto all’area meratese, visto che l’ unico disponibile attualmente è sito in Casatenovo.
Alla mancanza di risposte da parte degli enti locali, i volontari del meratese, con molta amarezza, hanno deciso di indire uno “sciopero” che partirà con il 2014 e fino a quando la questione non riceverà il degno interesse delle autorità: si proseguirà nel sostentamento delle colonie feline e nella loro tutela, ma ci si asterrà dalle catture e quindi non potrà procedere l’attività di sterilizzazione. L’annuncio è stato dato con una lettera indirizzata ai sindaci dei comuni interessati e all’ASL direttamente dai volontari: “Siamo sempre state considerate l’ultima ruota del carro (“ci sono problemi più importanti”, “prima i soldi per questa associazione”, ecc, ecc…) Noi non crediamo ci siano problemi più importanti di altri ma solo più urgenti. Ma sono anni che attendiamo aiuto e di pazienza ne abbiamo avuta tanta – scrivono nella missiva – Dal 1° gennaio 2014 abbiamo deciso di passare a voi e all’Asl il testimone. Quando qualcuno ci chiamerà per chiedere aiuto, noi forniremo i numeri telefonici del comune interessato e dell’Asl. Del resto è compito vostro.. In tanti anni non vi abbiamo mai chiesto nulla, nemmeno una lira di rimborso spese”.

“Noi crediamo che forse non vi rendiate conto della situazione anche perché fino ad ora siamo riuscite a contenerla prima che diventasse un problema difficile da far poi rientrare – proseguono – Torniamo a fare i semplici e comuni cittadini che delegheranno i compiti a chi di dovere. Un piccolo ricovero sarebbe stata una dimostrazione di civiltà di chi da parte da parte di chi rappresenta, sia sotto il profilo civico sia sotto quello sanitario, tutti i cittadini…anche i quadrupedi, tra l’altro, regolarmente registrati all’anagrafe”.