LECCO – Nemico invisibile, in grado di causare danni sanitari che per la nostra provincia si possono stimare in 30 casi all’anno di tumore polmonare. Ma un nemico che si può eliminare con accorgimenti edilizi e per questo l’ASL sta proponendo a tutti i comuni di integrare i propri regolamenti di igiene ed edilizi con norme cogenti per la prevenzione, almeno per le nuove costruzioni.
Il Convegno “Radon nemici invisibile ….. ma presente in Provincia di Lecco” si è aperto con il saluto del presidente della Provincia Daniele Nava seguito dalla dottoressa Rosabianca Trevisi dell’INAIL che ha preannunciato l’emanazione di una Direttiva UE che abbasserà ulteriormente i limiti a 300 Bq/m3. Mario Anghileri (ASL di Lecco) ha sottolineato i danni sanitari stimati che ammontano a 4.500 casi di tumore polmonare all’anno, che, su base statistica, rendono il radon il secondo fattore di rischio dopo il fumo per quel tumore, più dell’inquinamento atmosferico.
Silvia Arrigoni dell’ARPA ha presentato i dati regionali e ha ribadito come la Provincia di Lecco sia un’area a particolare rischio (4a in Lombardia dopo Sondrio, Bergamo e Varese) con il 16,7% di misure superiori a 400 Bq/m3, fissata come soglia di attenzione. Ma come misurare il radon ? Servono dosatori da posizionare per lunghi periodi solitamente 12 mesi per avere dati attendibili. L’ARPA effettua a pagamento questi esami per privati ed enti pubblici (E-mail s.arrigoni@arpalombardia.it).
Sara Berizzi ha presentato i dati preliminari della campagna promossa dalla Provincia di Lecco di monitoraggio delle 16 Scuole superiori gestite dall’ente (vedi tabella) che nel primo quadrimestre hanno mostrato risultati tranquillizzanti, senza alcun valore superiore alle soglie di sicurezza, nemmeno a Casargo che pure l’ARPA aveva identificato come zona geografica ad alto rischio. L’indagine si completerà nell’aprile del 2014 dopo di che si valuteranno eventuali interventi di risanamento necessari.
Il Professor Stefano Capolongo del Politecnico di Milano ha illustrato gli indirizzi per progettare edifici “radon free” che devono includere sistemi di isolamento (vespai areati), di areazione e di sigillo delle fessurazioni. I locali più a rischio sono i seminterrati mentre il maggior differenziale termico tra interno ed esterno favorisce l’accumulo di radon indoor. Di sistemi preventivi hanno parlato anche l’ASL con Giovanni Achille e Giovanni Nogara che ha preannunciato una verifica sui materiali lapidei locali per valutarne la concentrazione di radon.
“La notevole partecipazione con circa 100 persone tra cui molti tecnici comunali – ha commentato l’assessore Carlo Signorelli – sottolinea la crescente sensibilizzazione per questo tema, in passato molto trascurato. La Provincia di Lecco si farà parte attiva nel diffondere le linee guida di prevenzione dell’inquinamento da radon predisposte dall’ASL nei nostri 90 comuni, come abbiamo giù fatto con successo per gli allegati energetici ai regolamenti edilizi nei comuni che hanno siglato due anni fa il Patto dei Sindaci”.