Le avventure di Morsicone
di Carlo Varesi*
Decima puntata
Morsicone aveva ben inteso di cosa voleva parlare Anna. Di qualcosa che fa stare male tutte le creature e le mette alla prova. La sofferenza.
Vedeva che Anna era davvero preda di questo brutto stato d’animo e non sapeva come esordire. Non che fosse contrario a parlare della sofferenza ma non sapeva come trattare l’argomento.
Per fortuna la faina lo anticipò e cominciò a parlare. “Sto davvero male Morsi. Il nostro dialogo e quello che ci siamo detti prima mi ha spalancato una finestra sulla realtà.
Ho fatto per troppi anni la furba alle spalle degli altri prendendoli in giro e cercando solo il mio tornaconto. Ora ho visto e capito questo e soffro.
Ma cosa è la sofferenza, Morsi?”
Il gattone non aveva una risposta ma sapeva che doveva dire qualcosa. E iniziò: “Chi lo sa Anna. Forse è uno stato d’animo che ognuno prima o poi prova.
C’è chi considera la sofferenza una vendetta, un qualcosa che ti colpisce quando hai fatto o pensato qualcosa di male.
E, sotto certi punti di vista, è proprio così.
Nessuno può sfuggire alla sofferenza ed evitare di stare male quando ti colpisce. E questo ci può succedere all’improvviso. Ed allora ci sentiamo sfortunati.
Però questa analisi è giusta? Perlopiù no. La sofferenza, di solito, si fa viva nei nostri confronti quando sbagliamo qualcosa nella vita, quando il nostro comportamento non è corretto.
Ma se fossimo obbiettivi capiremmo che l’essere colpiti dalla sofferenza perlopiù è una conseguenza di aver fatto male qualcosa o a qualcuno.
E allora, quando riusciamo a capire questo, ci rendiamo conto che il soffrire potrebbe essere un’occasione per migliorare noi, la nostra vita e il nostro comportamento nel mondo.
Se riusciamo ad entrare in questa dimensione, vediamo il momento in cui abbiamo deciso di comportarci male, il conseguente arrivo della sofferenza, il nostro stare male e l’occasione per rinnegare l’errore e redimerci, cercano di migliorarci.
Hai capito quello che intendo e vorrei farti capire?”
Anna ascoltò in silenzio, meditando. E dopo un po’ disse: “Sì, Morsi. Credo d’aver capito. E ti ringrazio per avermelo fatto capire.
La sofferenza è una grande occasione per cambiare noi stessi e migliorarci.
Sbagliamo. Però c’è sempre la possibilità di tornare indietro, sulla strada giusta. L’importante è riuscire a vedere il fatto e il misfatto e di avere l’umiltà di metterci in discussione e fare il percorso giusto, di riparazione.
E la sofferenza può fare parte di questo grande meccanismo. Può essere il deterrente che ci porta ad essere, dopo i giusti percorsi, una creatura migliore.
Certo, la sofferenza non piace a nessuno. Perché ti fa stare male.
Ma così è la vita”.
E Morsicone ridabì: “Anna, vedo che hai capito molto. Ti faccio solo una domanda. Dopo questa tua esternazione ti senti ancora in colpa per esserti comportata male come faina?”
“No, Morsicone. È Vero. Non sto più male per quello” esclamò Anna.
“Vedì? Hai avuto la saggezza di ammettere il tuo comportamento sbagliato e hai accettato il significato della sofferenza. E questa si è dileguata” spiegò Morsicone “Pare che tutto questo funzioni…”
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Carlo Varesi vive a Uggiate Trevano (CO), dove si è trasferito anni fa, proveniente da Milano.
Ama scrivere, ha pubblicato due libri e vinto diversi concorsi letterari.
Le avventure di Morsicone è uno dei racconti dell’autore ambientati sul lago di Como.
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