PROFUGHI NELLE CASE PIGNORATE.
IL PRESIDENTE SECCHI PRECISA

ersilio-secchiLECCO – Qualche precisazione arriva dal Tribunale di Lecco nella persona del suo presidente Ersilio Secchi a proposito dell’interrogazione parlamentare che il senatore leghista Paolo Arrigoni ha rivolto al ministro della Giustizia sulla circolare emessa dal giudice Dario Colasanti, nella quale si propone l’assegnazione degli immobili pignorati ai richiedenti asilo nell’ambito del progetto dell’accoglienza diffusa nella provincia di Lecco.

“Non che sia un mio compito rispondere ad un senatore della Repubblica che nel pieno delle sue facoltà esercita il proprio diritto di fare interrogazioni in Parlamento – premette il presidente del Tribunale di Lecco – però è necessario chiarire alcune circostanze”.

“Innanzitutto la possibilità di assegnare le case pignorate ai richiedenti asilo riguarda solo gli immobili vuoti, quindi nessun cittadino verrebbe messo sulla strada per dare uno spazio agli immigrati. E non si tratta affatto di una disposizione di Colasanti ma di una richiesta che gli è stata avanzata da parte della Prefettura, dell’associazione dei Comuni lecchesi e dalla Comunità montana”.

E in effetti il giudice è stato convocato dal prefetto Baccari per un incontro a seguito del quale è stata emessa la circolare con la quale si rimette ai curatori e ai legali dei creditori la decisione di porre in essere questa possibilità. Possibilità che comunque avrebbe dei limiti ben precisi: oltre al fatto che ad essere destinati per l’accoglienza sarebbero solo gli immobili vuoti, l’occupazione di questi spazi da parte dei migranti avrebbe un limite massimo di sei mesi, inoltre, se nell’arco di questi sei mesi, le case venissero assegnate tramite regolare asta, dovrebbero essere liberate immediatamente.

“Vorrei infine ricordare – precisa ancora Secchi – che il Tribunale di Lecco è uno dei più tolleranti nei confronti dei debitori. Quando un immobile viene pignorato l’allontanamento forzoso dei coinquilini viene disposto solo dopo che la casa è stata aggiudicata, fino ad allora, proprio per non aggravare su una situazione già critica, le persone si lasciano vivere nelle case che hanno perso”.

M. V.