PRO E CONTRO IL CASINO’
SPONSOR DELLA MOSTRA

LECCO – Registriamo due interventi in pochi minuti sulla querelle a proposito della sponsorizzazione della mostra di disegni di Picasso da parte del Casinò di Campione d’Italia.

PICASSO SPONSOR

Opinioni assai diverse a testimonianza di come la vicenda riesca a dividere la città.

Pasquini Antonio“La ricerca della visibilità a tutti i costi – annota Antonio Pasquini, rappresentante pubblico nel Cda di quel Casinò – e la voglia di fare polemica per questioni di lana caprina  rischiano di far naufragare, appunto nelle polemiche, una delle rare iniziative culturali di ampio respiro che Lecco ha avuto negli ultimi anni. Mi riferisco alla polemica innescata ad arte dal consigliere Venturini in merito alla mostra di Picasso. Non posso che  sottolineare l’incapacità amministrativa di questa amministrazione e noto con rammarico una spiccata capacità autolesionista, ovviamente tutto sulla pelle della città. Come rappresentante nel consiglio di amministrazione del Casinò di Campione d‘Italia, ovviamente a titolo gratuito, vorrei ricordare al signor Venturini che il Casinò è una società interamente pubblica, partecipata da enti pubblici fra cui la provincia di Lecco. Voglio inoltre ricordare, al di là delle chiacchiere, che il sottoscritto in totale sinergia con chi mi ha preceduto – il consigliere regionale Mauro Piazza – ha    duramente lavorato per riequilibrare una gestione pesantemente dissestata, dato certificato nei bilanci e relazionato puntualmente al consiglio provinciale nonché riconosciuto dalla Corte dei Conti. Un lavoro impegnativo, culminato con una non facile ristrutturazione, intervenendo duramente negli sprechi”.

“Ci sono stati momenti critici, ma con impegno e serietà ed un ottimo lavoro di squadra alla fine si è raggiunto l’obiettivo e se mi verrà data l’opportunità relazionerò sull’importante risultato raggiunto nel prossimo consiglio  provinciale. Voglio  inoltre ricordare che, al di là delle chiacchiere, nei prossimi giorni, come da  mandato della amministrazione provinciale, la Provincia di Lecco uscirà dalla società Casinò Campione d’Italia recuperando i soldi delle quote versate a suo tempo. Un risultato non facile, frutto di uno sforzo costante e sinergico  fra tutti gli attori coinvolti. Non vi è traccia di interventi  quando l’ IDV sedeva  in maggioranza in Provincia. Fatti veri e tangibili, non polemiche”.

“La nuova società – continua Pasquini -, come ha stabilito la legge 213/2012 articolo dieci bis, interamente posseduta dal  comune di Campione d’Italia dovrà riconoscere un contributo agli enti locali  sul totale dei proventi annuali in franchi svizzeri di tutti i giochi al netto del prelievo fiscale, se superiori a franchi svizzeri 130 milioni.  Detto contributo verrà assegnato per il 40 per cento alla provincia di Como, per il 20 per cento alla provincia di Varese, per il 16 per cento alla provincia di Lecco e per il 24 per cento al Ministero dell’interno.
Voglio infine ricordare che mentre Venezia è costretta a privatizzare  il Casinò, e probabilmente entreranno operatori inglesi nella gestione, un altro pezzo d‘Italia che se ne va in mani straniere, il Casinò di Campione  rimarrà interamente pubblico e i proventi rimarranno pubblici. Durante la contestazione del ’77 – conclude Antonio Pasquini – i ragazzi  urlavano contro  il potere “una risata vi seppellirà”… E’ proprio il caso di dire che una marea di visitatori seppellirà le polemiche politiche innescate all’interno di una stessa maggioranza che da quattro anni annaspa . La città avrebbe bisogno di ben altro”.

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TREZZI PAOLO 2Di tutt’altro genere la critica da parte di Paolo Trezzi. Che parte con l’ironia: “Evviva, è diventata anche per il consigliere Venturini una notizia quella della sponsorizzazione del Casinò di Campione alla Mostra di Picasso, tutt’ora in corso. Credo però che vadano fatti alcuni distinguo per evitare che sembrino, rimangano o diventino beghe di coalizione. Basta vedere la reazione scomposta dei rappresentanti di Appello per Lecco, evidentemente toccati sul vivo e con la coda di paglia (chi di spada ferisce di spada perisce)”.

“Io credo – attacca Trezzi – che sebbene sia – come detto – una mera bega di coalizione questo non vieti, per nulla, di dire che la critica è giusta. Passi che finalmente c’è un po’ di cultura a Lecco – di qualsiasi livello personalmente la identifichiamo (perché si può dir tutto, ma non che questa non sia una delle poche possibilità che la città offre). Però si può dire che è un peccato che a pagarla sia in parte il gioco d’azzardo, cioè lo Stato che lucra sulle dipendenze-patologie dei suoi cittadini? Si può dire che però è un peccato che questa sponsorizzazione sia giustificata da Appello per Lecco con puerili scuse, dopo le loro parole di contrarietà al gioco d’azzardo? (parole perché nei fatti hanno pure votato un regolamento comunale a favore dell’ampliamento). Si può dire però che non è vero, poi, che questa sponsorizzazione ha permesso di non far sborsare soldi al Comune? Non è vero perché c’è una Delibera di Giunta – la nr 201 del 16.12.2013 – che dice il contrario. E poi perché piuttosto non far pagare un importo quasi simbolico al visitatore, in fondo è o no Picasso?”.

“Ma il consigliere Venturini evidenzia un ulteriore problema non secondario – annota Trezzi -. Quello che se c’è un Regolamento che vieta sponsorizzazioni del gioco d’azzardo non è che lo aggira facendo fatturare al Gallerista (ammesso che sia così)…
Per essere però propositivi: miglioriamolo questo Regolamento.
1) Il Comune non dà Patrocinio, locali ect. ad iniziative con questi e questi altri sponsor
2) Le voci di Bilancio di un’iniziativa pubblico-privata devono essere di accesso pubblico (ove possibile prima dell’iniziativa e di facile reperimento)
3) deve essere reso pubblico, in tempi chiari e certi – al termine di un’iniziativa patrocinata/sostenuta dal Comune il Bilancio definitivo. E se c’è stato un utile – parte o tutto di questo – stabilito precedentemente in maniera chiara deve essere restituito al Comune che ha contribuito economicamente.
Mi spiego, se un Festival alla Piccola riceve un contributo di 4000 euro dal Comune e migliaia di euro di utile ecco quei 4000 li deve restituire al Comune. Ma questo è un altro discorso, più ampio ma prima o poi da fare. Magari appena finita la mostra di Picasso (da vedere) e prima della prossima misera bega di coalizione (da dimenticare)”.