PREZZI AL CONSUMO/INFLAZIONE
VARIAZIONE ANNUALE NEGATIVA
IN RIPRESA QUELLA MENSILE

prezzi al consumo mag 16LECCO – Ancora negativa la variazione annuale dell’inflazione in città che segna -0,3% rispetto a maggio 2015, ma è in leggera ripresa la variazione mensile con un +0,1% rispetto al mese di aprile 2016. Nel mese di maggio a livello locale le variazioni dei prezzi registrano segni e valori differenti (-0,3% quella annuale e  +0,1% quella mensile). La prima è invariata rispetto al dato registrato nel mese scorso e conferma nuovamente la fase di deflazione in cui ci troviamo non solo a livello locale, ma anche nazionale. Inoltre, confrontata con la stessa variazione registrata nel maggio 2015 (+0,2%) ci evidenzia che stiamo assistendo ad un calo di prezzi già stabili. La variazione congiunturale (+0,1%) invece risulta di pari valore, ma di segno opposto rispetto al mese di aprile 2016 (-0,1%), ma inferiore al valore medio nazionale (+0,3%).

Di seguito, a cura dell’ufficio Statistica del comune di Lecco, una breve sintesi delle principali variazioni per tipologia di prodotto registrate nel mese di maggio 2016 e il confronto a livello nazionale e/o provinciale.

prezzi al consumo mag 16 tav 4L’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) di Lecco a maggio 2016 (base anno 2015=100) è pari 99,7 e sostanzialmente indica che i prezzi da inizio anno hanno registrato una contrazione di 3 decimi di punto. Lo stesso risulta già inferiore a quello medio nazionale (99,9) ed è la prima volta, da quando c’è la nuova base, che il differenziale si allunga a due decimi di punto. Un’analisi sulle variazioni delle città che partecipano alla rilevazione dei prezzi al consumo e di cui l’Istat ha pubblicato il dato definitivo  (circa 70) mostra la prevalenza del segno meno in entrambe le variazioni (rispettivamente l’80% e il 70% di città con segno meno).

Per quanto riguarda la variazione tendenziale, la classifica in ordine crescente vede Vicenza in prima posizione (-1,6%) seguita da Potenza e Perugia (entrambe -1,2%); solo dieci città presentano una variazione di segno più e precedono Macerata (+0,5%) che si colloca in ultima posizione. Nella classifica delle variazioni congiunturali c’è Vicenza (-0,6%) al primo posto, seguita da Trento e Imperia (-0,4%) e da circa dieci città con un valore di -0,3%. Tantissime sono le città che registrano variazioni intorno al decimo punto percentuale (40%) e solo due città hanno una variazione di oltre mezzo punto (Firenze e Verona).

prezzi al consumo mag 16 tav 3La disaggregazione delle variazioni locali per tipologia di prodotto (beni e servizi) mette in evidenza il segno più della variazione mensile (+0,2%) contrapposta al forte segno meno della variazione annuale (-1,1) per i beni e entrambi i segni più per i servizi (+0,2% mensile e +0,5% annuale), valori comunque in contrazione rispetto ai mesi precedenti quando lo spaccato tra le due tipologie di prodotto era molto più evidente.

Una ulteriore classificazione dei beni mostra i seguenti aspetti: la stabilità rispetto al mese di aprile 2016 dei prezzi dei beni alimentari (l’aumento dei freschi si contrappone alla diminuzione di quelli lavorati) e la contrazione rispetto a maggio 2015 (-0,4%); la forte contrazione annuale dei beni energetici (-9,6%) artefice del calo dei prezzi in generale; a livello mensile la  variazione è pari a mezzo punto percentuale; la forte crescita dei tabacchi dove entrambe le variazioni superano i due punti percentuali.

La variazione mensile della componente di fondo, cioè l’indice generale al netto degli energetici e alimentari freschi (core inflation) è pari a quella registrata il mese precedente e si attesta allo 0,2%; più consistente la variazione annuale (+0,8). Le stesse variazioni a livello nazionale presentano i seguenti valori (congiunturale +0,2% e tendenziale +0,6%). La misura dell’inflazione locale a seconda della frequenza d’acquisto dei beni presenti nel paniere mette in evidenza una certa stabilità per quelli ad alta frequenza (+0,1%) che a livello annuale presentano una contrazione di un punto percentuale. Come dice il nome dell’aggregato rispondono a questa classificazione i beni di largo consumo o utilizzo, quali alimentari, bevande, tabacchi, spese per l’affitto, per la pulizia e manutenzione in generale della casa, i carburanti i trasporti.

prezzi al consumo mag 16 tav 2In aumento di due decimi di punto rispetto al mese di aprile 2016 la variazione dei beni a media frequenza d’acquisto e negativa la variazione rispetto a maggio 2015 (-0,2%).  Si collocano in questo aggregato le spese per abbigliamento, le tariffe (elettricità, acqua e raccolta rifiuti), i trasporti, i medicinali e i servizi medici e dentistici, i beni legati  alla cultura, alla ricreazione e alle vacanze. Entrambe le variazioni di segno più sono registrate per i beni a bassa frequenza d’acquisto (+0,4% e +1,3%), che presentano un andamento più inflattivo rispetto alle altre due categorie. Rientrano in questo gruppo gli elettrodomestici, i servizi ospedalieri, l’acquisto dei mezzi di trasporto, gli apparecchi tecnologici in generale.

 

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