POLVERARI E QUELLA MEDAGLIA
MAI RITIRATA IN COMUNE

POLVERARILECCO – La medaglia che spetta per statuto a chi si è impegnato più di 10 anni nell’amministrazione comunale è rimasta ancora in qualche cassetto del Comune. Pierluigi Polverari, scomparso nella notte tra sabato 9 e domenica 10 marzo a 66 anni, diceva “aspetto di ritirarla da uomini migliori “, riferendosi alle prime due giunte leghiste che gli avevano scritto. Socialista da sempre non ha mai cambiato la sua fede politica.

Malato da quattro anni era stato ricoverato all’ospedale Manzoni di Lecco nella struttura ospedaliera di Vimercate, di Seregno, di Erba, senza che mai si fosse arrivati a una diagnosi precisa. Negli ultimi mesi era ospitato all’Airoldi e Muzzi, dopo un periodo in cui solo in alcuni istanti sembrava riconoscere, nelle ultime settimane le sue condizioni si sono ancor di più aggravate.

La moglie Dora ricorda “L’amore durato 46 anni nei quali io l’ho seguito nella politica, siamo stati sempre insieme condividendo i momenti belli e quelli difficili. Mi ritengo per questo molto fortunata”

Tanti i processi cui è stato chiamato a difendersi, per uscire sempre senza alcuna condanna, nessuna prova a suo carico è stata trovata. Uomo vicino a Craxi, aveva seguito il leader in Tunisia, facendo rientro in Italia per
presentarsi nei tribunali che lo vedevano imputato. Lì aveva costruito con grande fatica una nuova vita lavorativa, una nuova vita serena solo quando è uscito “pulito” dai tanti processi. Due legislature come deputato socialista in Parlamento, a partire dal 1987, poi Mani Pulite e il tracollo.

Dapprima il ritiro nelle natie Marche, dove ristruttura una vecchia casetta di famiglia, un periodo di grande difficoltà psicologica ed economica. Lecco lo aveva respinto, Lecco si sentiva tradita in prima battuta. Solo
dopo Lecco lo ha riaccolto quando i processi sono finiti, quando il tradimento paventato non esisteva più, suggellato dalle sentenze di assoluzione dei giudici. Negli anni difficili dell’ “esilio” marchigiano e tunisino, solo pochissimi amici gli sono stati vicino, ben sapendo che al di là di quanto si vociferasse in giro, la tanta proclamata ricchezza accumulata dal politico in realtà non esisteva: per pagare gli avvocati aveva venduto la sua casa storica di via Ugo Bassi a Pescarenico.

A lui si devono alcune grandi opere in città. La istituzione della Provincia di Lecco nel 1992, insieme al collega parlamentare amico-nemico Cesare Golfari. Si deve alla giunta nella quale ha ricoperto vari incarichi come assessore la creazione del tempo pieno a metà degli anni ’70, le fondamenta dell’ospedale Manzoni,  l’attraversamento viabilistico e tanti altri progetti.

Bianca Bardi