LECCO – Prima, intensa, giornata di workshop “Firehouse – Progetto didattico della nuova caserma dei vigili del fuoco a Lecco e degli spazi pubblici circostanti“.
I lavori per i 12 studenti del 4° e 5° anno di EDA (Ingengeria Edile-Architettura), selezionati mediante bando, si sono aperti stamattina alle 10 con la presentazione delle attività e la formazione dei gruppi di lavoro, alla presenza del sindaco Virginio Brivio e del prorettore del Politecnico di Milano Polo territoriale di Lecco, Manuela Grecchi. I giovani sono chiamati a proporre un progetto per la nuova caserma del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. Dovranno realizzare il concept, il progetto di massima dell’edificio di piazza Bione e dell’area circostante, a Pescarenico.
Dopo aver visionato, insieme ai professori Marco Muscogiuri, Gabriele Masera, Laura Malighetti, Angela Colucci, le normative in merito e aver inquadrato l’area dal punto di vista urbanistico e paesaggistico, c’è stato il primo sopralluogo della zona a cui ha partecipato anche l’assessore all’Urbanistica del Comune di Lecco Gaia Bolognini. Durante il sopralluogo il gruppo di lavoro ha già individuato dei punti salienti: come la possibile area di attracco a lago – indicativamente dietro la caserma – da coniugare con spazi pubblici adibiti ad altre attività aperte alla cittadinanza, quali ad esempio attività didattiche.
Nel pomeriggio la visita all’attuale sede dei vigili del fuoco sotto la guida del comandante Roberto Toldo e del vicecomandante Peppino Suriano, con la finalità di far toccare con mano agli studenti i gravi problemi della struttura attuale e, dunque, le esigenze e i requisti funzionali a cui il nuovo edificio dovrà rispondere.
“Il nostro obiettivo principale – spiega il comandante – è, ovviamente, il soccorso tecnico urgente. Secondo le direttive nazionali, dobbiamo essere sul posto dell’incidente entro 20 minuti dalla chiamata. Questo significa, da un lato, che serve un collegamento agevole sia al centro città che con la viabilità veloce; e la posizione dell’attuale caserma risponde bene a questa necessità data la vicinanza con la ss36 e, appunto, il centro. Dall’altro lato, significa che il personale deve uscire subito, entro un minuto, quindi i percorsi devono essere vicini agli automezzi di partenza“. Si tratta delle cosiddette “funzioni di velocità”, come spiegherà poi agli studenti, tornati in aula, l’architetto Giuseppe Del Brocco, dal 93-94 alla direzione dell’ufficio progettazione architettonica del corpo dei vigli del fuoco, che si articolano in: attesa, avviso di chiamata e montaggio sui mezzi. “Quello che è fondamentale è il sistema distributivo [corridoi e collocazione degli spazi funzionali]. La caserma – illustra Del Brocco – deve avere dei bei corridoi vicini all’autorimessa, tutte le funzioni principali (cucina, camerate, servizi…) devono essere raggruppate per permettere l’evacuazione più rapida possibile”.
Un altro punto importante, del tutto assente attualmente, sottolinea Toldo è la separazione dei percorsi tra i locali di uso comune e un luogo in cui i Vigili del fuoco possano cambiarsi e lavarsi al rientro dagli interventi al fine di evitare contaminazioni con sostanze inquinanti con cui spesso il personale viene in contatto (fuliggine, polvere di amianto, ma anche sangue).
Infine due funzioni dovranno essere soddisfatte dalla futura struttura del Comando, che oggi trovano spazio nella sede distaccata di via Amendola: quella amministrativa e quella giudiziaria. “Abbiamo anche il compito – spiega ancora Toldo – di stendere rapporti e relazioni sia sulla prevenzione degli incendi [la parte amministrativa], approvando i progetti per tutte le nuove attività industriali e commerciali sopra i 400 metri quadrati di superficie, sia relativi a reati come per esempio gli incendi dolosi per la procura [parte giudiziaria]. In generale bisogna ripensare gli spazi per magazzini, laboratori, spogliatoi, infermeria, armadietti, autorimesse non solo coperte ma anche chiuse da serrande..
Insomma, un compito non facile per i partecipanti al workshop, che dovranno tenere in considerazione tutta una serie di fattori, oltre agli specifici requisiti evidenziati dal comandante, come l’esigenza di materiali durevoli e con poco o nullo bisogno di manutenzione, gli standard ministeriali, la futura utenza che potrebbe anche essere diversa da quella attuale, anche se sempre pubblica…
“Dovete trovare – esorta l’architetto Del Brocco – un compromesso tra bellezza della forma, complessità delle funzioni interne e sussistenza nel tempo“.
C. S.